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Chet, con Giovanni Arezzo

Il 13 maggio del 1988, alle tre del mattino, viene ritrovato sull’asfalto il cadavere di Chet Baker. Suicidio o omicidio?

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Quando
mercoledì 02 maggio 2018

Continua l’appuntamento con il teatro di qualità. E continua in un giorno particolare, di solito meno abituale per iniziative sul palcoscenico rispetto ai fine settimana. Ma la scommessa promossa dal Centro Teatro Studi di Ragusa ha finora fornito riscontri interessanti. E tutto lascia preludere a un altro grande successo in vista del terzo evento di “Mercoledì, il teatro!” in programma il 2 maggio alle 21.00 al Teatro Marcello Perracchio di Ragusa.

Protagonista, stavolta, sarà l’attore ragusano Giovanni Arezzo che, con Angela Dispinseri, porterà in scena “Chet!” di Laura Tornambene e dello stesso Arezzo.
Entrambi hanno curato la regia di questa produzione del Cts. Il 13 maggio del 1988, alle tre del mattino, viene ritrovato sull’asfalto il cadavere di Chesney Henry Baker Jr più noto come Chet Baker. E’ caduto dalla finestra. Giace rannicchiato sull’asfalto, davanti al Prins Hendrick Hotel di Amsterdam dove aveva preso una stanza. Suicidio? Incidente? Quando muore, l’artista ha 59 anni e ne dimostra 80, segni di una esistenza bruciata di corsa tra musica, amori tempestosi e droga. Chet Baker muore solo e le cause della sua morte restano oscure. Ma quella notte, qualcun altro entra nella stanza, prima che venga scoperto il corpo metri più giù. Dice di chiamarsi Martin e si dichiara “forse l’unico vero amico che Chet abbia avuto”.

Ed è Martin a ripercorrere la vita di quello che rimane uno dei più noti trombettisti e cantanti di musica jazz, famoso per il suo stile cool lirico e intimista. Attraverso la musica dell’artista e la voce di Martin, che si fa voce di coloro che conobbero Chet e la voce dello stesso Chet, si cercherà di penetrare il mistero di quella notte e di quelle note, per dare un ritratto a tutto tondo del musicista che con voce rotta, in una delle più famose rielaborazioni della canzone Almost Blue, sussurrava “Flirting with this disaster, became me…”. “E’ una rappresentazione di grande intensità – afferma Franco Giorgio che, assieme a Carmelo Arezzo, Giuseppe Ferlito, Daniela Antoci, Massimo Leggio e lo stesso Giovanni Arezzo anima il comitato che promuove la rassegna – che merita di essere vista e applaudita. Come sempre, ci sarà un dopo teatro nel corso del quale il pubblico che lo desidera avrà modo di interloquire con l’artista sulle impressioni ricevute. Stiamo cercando di fornire le chiavi di lettura necessarie per rendere questi appuntamenti ancora più interessanti”.

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