''Stop alla gara del General Contractor!''
Gli ambientalisti: ''Completamente sbagliato il calcolo costi-benefici: si fermi la gara per il Ponte sullo Stretto!''
''Completamente sbagliato il calcolo costi-benefici. Chiediamo che la gara per la scelta del General Contractor per il ponte sullo Stretto, il cui termine è stato rimandato al 25 maggio, venga annullata''.
Così hanno ribadito Legambiente, Wwf e Italia Nostra, sulla base delle valutazioni conclusive della Commissione consiliare di Messina ''Sulla sostenibilità ambientale e sociale del ponte sullo Stretto di Messina'', i cui contenuti sono stati illustrati ieri in una tavola rotonda a Roma alla presenza, tra gli altri, di Franco Giordano capogruppo alla Camera del partito di Rifondazione Comunista; Alfonso Pecoraro Scanio segretario della Federazione dei Verdi; Edo Ronchi della segreteria nazionale dei DS; Ermete Realacci dell'esecutivo della Margherita e del senatore dell'Italia dei Valori Nello Formisano.
''Prima ancora di essere costruito, - commentano in una nota congiunta, Desideria Pasolini Dall'Onda, presidente di Italia Nostra, Roberto Della Seta, presidente di Legambiente e Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia - il ponte sullo Stretto di Messina non regge per l'inaffidabilità delle stime di traffico e l'inattendibilità dell'analisi costi-benefici dal punto di vista economico-sociale e ambientale. A questi elementi si devono aggiungere i forti sospetti di vizi nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e l'esiguità del numero dei concorrenti rimasti in gara per la progettazione definitiva ed esecutiva e per la realizzazione del ponte. Non solo viste le difficoltà finanziarie (Impregilo) e tecniche (Astaldi) dei due concorrenti rimaste in lizza''.
Nella relazione conclusiva della Commissione consiliare, approvata lo scorso 26 marzo dopo una serie di 7 incontri con esperti di fama nazionale, è stato rilevato che il costo del ponte è stato ampiamente sottostimato e, invece di 6 miliardi di euro (a consuntivo) ne potrebbe costare almeno tra i 7,5 e i 9 miliardi di euro, dato l'aumento del costo dell'acciaio (che inciderebbe per il 15% sull’aumento del prezzo), la sottostima dei tempi dei cantieri e del conseguente aumento del costo dei lavori (che invece di 6 potrebbero durare 20 anni, come dimostrano i tempi di costruzione di un'opera analoga quale il ponte Store Baelt in Danimarca) e la sottovalutazione delle ricadute delle prescrizioni del CIPE - Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica - (sono 35 le prescrizione e raccomandazioni contenute nella Delibera 66/2003).
''Anche se il Governo è corso ai ripari - sottolineano ancora i rappresentanti ambientalisti -, stabilendo, con il comma 550 della Legge Finanziaria 2005, che se si hanno variazioni del 10% dei materiali di costruzione l'offerta a base di gara per il General Contractor rimane valida e che ulteriori aumenti sono a carico dello Stato, nel caso specifico del ponte l'incremento dei costi potrebbe arrivare, solo per l'acciaio, a 900 milioni di euro, cifra certo non irrilevante sia per i privati che per la pubblica amministrazione''.
Anche i benefici sono contestabili: i costi sociali delle percorrenze, con un incremento delle tratte stradali di 20 km, e un risparmio di tempo rispetto al traghettamento calcolabile in media in soli 10 minuti, fanno aumentare i costi unitari calcolati da Stretto di Messina SpA del 68% per i veicoli leggeri e del 17% per i veicoli pesanti; negli ultimi 10 anni si è registrato un calo del 6% dei transiti degli autotreni e dell’8% per le autovetture, mentre per il futuro, come risulta da un'inchiesta della Cattedra di Economia regionale dell'Università di Messina: ''oltre l'80% dei pendolari 'sponda a sponda' non utilizzeranno il ponte per i loro spostamenti (il pendolarismo pesa per il 40% degli attraversamenti quotidiani), mentre appena il 45% di coloro per i quali il viaggio supera i 1000 km ha dichiarato che l’utilizzo del ponte sarebbe preferibile rispetto ai mezzi marittimi veloci su lunga percorrenza''.
Infine, l'impatto ambientale è assolutamente sottovalutato in tutte le sue componenti naturalistiche, paesaggistiche, geo-sismo-tettoniche idrogeologiche, relative all'inquinamento dell'atmosfera, dell'acqua e del suolo, per un opera che verrà costruita in un'area che è la più a rischio del mediterraneo per i terremoti e dove ci sono 11 tra Siti di interesse comunitario (Sic) e Zone di protezione speciale (Zps) tutelate dall'Europa per la quale si prevedono, come ha calcolato la Commissione consiliare: la costruzione di un ponte sospeso ad unica campata di 3.3 km di lunghezza, con piloni alti oltre 380 metri, e raccordi stradali e ferroviari per 3,1 km di tratti in superficie, 2 km di tratti in viadotto e 20,6 km di tratti in galleria e per quanto riguarda i cantieri 6 siti di deposito provvisori e 1 di deposito finale, 18 km di itinerari di servizio, di cui 10 di nuova costruzione o di miglioramento dell'esistente.
- Wwf
- Legambiente
- Italia Nostra