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C'era una volta il Paese degli Ecomostri...

Dalla Sicilia alla Liguria, in un dossier di Legambiente tutti gli ecomostri da abbattere

04 aprile 2006

C'era una volta...
Un Re, diranno subito i miei piccoli lettori... e invece no. C'era una volta il Pese degli Ecomostri.
In un meraviglioso Bel Paese, definito da tutti il ''Giardino d'Europa'', un giorno arrivarono gli Ecomostri. Queste creature abominevoli, create dalla stupidità e dall'avidità dell'uomo, deturpavano l'ambiente e la natura e intristivano l'anima dei bambini e delle persone brave con le loro brutte ombraccie e le loro bruttissime forme. Non solo, spesso questi grossi e orripilanti mostri danneggiavano in maniere gravissima l'ambiente che deturpato nella sua intrinseca natura si ritrovava ad esser causa di calamità che colpivano duramente l'uomo.
Solo il buonsenso poteva aiutare il Bel Paese a ritornare felice e libero dalla minaccia degli Ecomostri, ed ogni tanto questa preziosa qualità riusciva a trionfare. Ma erano tanti i mostracci cattivi da sconfiggere, e la minaccia che qualche stupido e avido uomo ne potesse creare dei nuovi era sempre dietro l'angolo...

Dalla Valle dei Templi all'Oasi del Simeto, dall'arcipelago toscano a Portovenere in un dossier di Legambiente la mappa degli Ecomostri da abbattere.

''Dopo quello di Punta Perotti ci sono almeno altre 16 emergenze, altri 16 ecomostri che dovrebbero seguire la Pizzo Sellasorte del complesso immobiliare abusivo del lungomare barese, a partire dalle case fuorilegge nell'area archeologica della Valle dei Templi di Agrigento, dalle ville abusive di Pizzo Sella, la collina del disonore di Palermo, dallo scheletrone di Palmaria, che sfregia il paesaggio di Portovenere in Liguria, dai mattoni non autorizzati a Giannutri, nel Parco dell'arcipelago toscano. Più in generale poi è necessaria una nuova stagione della legalità che consenta di contrastare e mettere fini al fenomeno abusivismo che ancora oggi, anche grazie ai condoni e talvolta alla complicità delle amministrazioni locali, vede spuntare dal niente ogni ora 3 nuove costruzioni fuorilegge''.
Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, sintetizza così i contenuti del dossier ''Storia di Punta Perotti e di altri ecomostri'', che l'associazione ambientalista ha distribuito l'altro giorno a Bari in occasione dell'avvio della demolizione del megacomplesso abusivo sul lungomare.
Gli altri ''monumenti'' dell'illegalità edilizia individuati da Legambiente vedono al primo posto le 700 villette abusive nella Valle dei Templi di Agrigento, area sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta. Tra queste anche la magione, abusiva anch'essa, dell'ex sindaco Calogero Sodano.
Altre 147 ville svettano a Pizzo Sella, la ''collina del disonore di Palermo''. L'area sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico era uno dei punti più suggestivi tra la città e Mondello, finché la sorella del noto boss mafioso Michele Greco, il ''papa della mafia'', non riuscì a ottenere illecitamente le concessioni edilizie.

Sempre Sicilia, sempre area archeologica: Triscina, a due passi da Selinunte, è completamente abusiva con circa 5 mila case fuorilegge, la maggior parte delle quali colpite da ordinanze di demolizione. Le ruspe qui però non sono mai arrivate. Si passa a Capo Rossello, una baia nel tratto più bello della costa meridionale sicula, comune di Realmonte (Agrigento). Nei primi anni Novanta, utilizzando uno strumento urbanistico scaduto ed in violazione del vincolo paesistico, alcuni assessori del Comune di Realmonte rilasciarono a sé stessi una serie di concessioni edilizie per realizzare palazzine in riva al mare, piantando i piloni nella sabbia e sbancando la costa di pietra bianca che costituiva il tratto costiero. Si attende ancora, che il Comune demolisca lo scempio.
A Catania, nell'Oasi del Simeto (una delle aree umide di maggior pregio ambientale d'Italia) da anni si è fermato il programma di abbattimenti che aveva visto la demolizione di 119 delle 550 case illegali complessive.

Nell'Area Marina di Capo Rizzuto (Crotone) sono 75 le strutture abusive, per un totale di 48.600 metri cubi. Questa, però, è solo la punta dell'iceberg dei 1.440.000 mc di costruzioni abusive sulla costa che stanno per essere sanate. ''Palafitta'' e ''Trenino'' sono i soprannomi delle due costruzioni realizzate sul bagnasciuga della costa calabrese, a Falerna Scalo, la prima proprio dentro l'acqua, la seconda sul bagnasciuga.
Altra tipologia di abuso nel Salento: il grazioso comune di Santa Cesarea Terme in provincia di Lecce ha un tratto di costa devastato dal cantiere per la costruzione di attrezzature balneari nautiche, per il tempo libero e complementari al turismo con tanto di piscine, parcheggi, sala ristorante ed altri corpi di fabbrica su un area complessiva di più di 60mila metri quadri.
In Campania troviamo gli scheletri dell'ecomostro di Alimuri. Il palazzone mai ultimato è uno schiaffo all'immagine e al paesaggio naturalistico della penisola sorrentina, che dal 1971 presidiano una delle conche più belle del golfo di Napoli. Non distante c'è, sempre illegale, il vasto complesso immobiliare a destinazione alberghiera costruito su di una collina, nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Siamo nel comune di Castellabate in provincia di Salerno dove, a partire dalla metà degli anni '80, è stato costruito l'Hotel Castelsandra, confiscato come bene del clan camorristico Nuvoletta.

AliminuriIn Sardegna va avanti l'inchiesta giudiziaria iniziata nel 2004 con il sequestro di un intero complesso residenziale realizzato sull'Isolotto di Corrumanciu, dentro lo Stagno di Porto Pino, nel territorio del comune di Sant'Anna Arresi, in provincia di Cagliari. Si tratta di 36 unità abitative, tutte ultimate e pronte per la consegna, e di due fondamenta in calcestruzzo, destinate alla realizzazione di 9 unità commerciali.
Forse l'ecomostro più prossimo alla demolizione è quello dell' ''Isola dei Ciurli'' di Fondi, che ''ospita'' 21 scheletri in cemento armato illegali. Nel luglio del 2004, il Tribunale di Terracina ha infatti disposto con sentenza di primo grado la confisca dei terreni dove sono stati edificati i manufatti e ha condannato il costruttore a un anno di arresto e 40.000 euro di ammenda.
L'ecomostro di Procchio (Isola d'Elba) è uno scheletro di cemento, sotto sequestro, che sorge poco lontano dal mare. Doveva inizialmente essere un ''centro servizi'' con albergo ed appartamenti per un totale di 20mila metri cubi. Nell'isola vicina, quella di Giannutri, una lunga fila di fatiscenti immobili in cemento armato per circa 11.000 metri cubi, sovrasta da una ventina di anni l'insenatura dello Spalmatoio, in pieno Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano.

Sul lungomare di Sanremo è calato il sipario. E' questo il triste destino che avvolge un tratto della passeggiata a mare denominata Trento-Trieste, uno dei pezzi più suggestivi e caratteristici della riviera ligure dopo l'ultimazione dell'albergo realizzato sul lungomare, diventato muro tra la passeggiata e la spiaggia. Circa 10.000 metri cubi di cemento incombono da più di trent'anni sul paesaggio del Parco Regionale delle Cinque Terre. Uno scheletro abusivo alto 30 metri nell'isolotto di Palmaria, di fronte a Portovenere in uno degli angoli più belli e suggestivi del nostro paese.
''Questi ecomostri, che come si vede spesso sfregiano le aree protette, si affiancano purtroppo ad altri 140mila edifici completamente fuorilegge, costruiti spesso nelle aree più pregiate del Paese nel quinquennio che va dal 2001 al 2005 - conclude Roberto Della Seta - I numeri e le storie di ecomostri raccolti nel dossier Legambiente evidenziano come proprio dalla demolizione dei palazzoni abusivi di Bari possa e debba partire una nuova stagione della legalità''. [Legambiente.it]


- Il dossier ''Storia di Punta Perotti e di altri ecomostri''

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04 aprile 2006
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