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Come ogni primavera al via il maestoso spettacolo della stagione migratoria degli uccelli sullo Stretto di Messina

10 aprile 2007

Come ogni primavera, anche quest'anno è pronto per andare in scena il maestoso spettacolo delle migrazioni degli uccelli. Migliaia di rapaci che attraversano lo Stretto di Messina prima di toccare finalmente terra dopo un lungo viaggio. Un braccio di mare dove gli uccelli si concentrano tutti insieme, tanti anche nel giro di un solo giorno, toccando cifre record come quel 5 maggio del 2000 quando sono stati avvistati oltre 9.000 esemplari di Falco pecchiaiolo o adorno. Ci sono poi le eleganti Albanelle (reale, minore, pallida), il Falco di palude, il Nibbio bruno, il raro Falco della regina, il Falco cuculo, il minacciato Grillaio, il Lodolaio, il sempre più raro Capovaccaio, oltre alla Cicogna bianca e nera e a molte altre specie. Il tutto per un passaggio che vede in volo tra i 20 mila e i 30 mila esemplari.

Una stagione di viaggi su cui pesa però la mannaia dei bracconieri pronti a sparare, anche se in diminuzione negli ultimi anni. Ma, a scanso di equivoci, contro la doppietta selvaggia scatteranno anche questa volta, in concomitanza con le migrazioni, le task-force di vigilanza dei volontari della Lipu e del Wwf. Le due organizzazioni faranno soprattutto lavoro di ''vedetta'' per scongiurare agguati illegali. Il Wwf dal lato siciliano e la Lipu dal lato calabrese, in collaborazione con le forze del Corpo forestale dello Stato, forze che però, teme il responsabile della Lipu, Giovanni Malara ''quest'anno sembra rimarranno sul versante calabrese per un periodo troppo breve''.
Le doppiette in azione sono però crollate negli ultimi anni e le cifre parlano di migrazioni boom con uno spettacolo che non si può perdere. Secondo i numeri forniti dai campi Wwf, dal 1984, anno in cui è partito il presidio, si è passati dai 1200 spari contro 3.200 rapaci ai 3 spari, per un passaggio di 31.000 rapaci del 2006. Sul fronte calabrese della Lipu la stima è che si sia passati dall'uccisione di circa 2.000 rapaci degli anni '83-84 fino ai circa 200 del 2006, con numeri variabili, per un totale di uccelli che l'anno scorso, secondo il versante Lipu, ha toccato quota 20.000 individui nei cieli dello Stretto.
Nel 2006, secondo Malara ''è stata confermata una riduzione del fenomeno del bracconaggio, che rimane localizzato in alcune zone del territorio. L'uso di armi clandestine conferma purtroppo l'elevata pericolosità sociale dei bracconieri e la necessità, anche per i prossimi anni, di mantenere un forte presidio in quest'area''. Un tallone d'Achille sarebbero poi gli impianti dedicati al tiro a segno o di tiro al piattello, aperti proprie in zone nevralgiche come Arghillà, Pentimele, Villa San Giovanni e Gallina, in provincia di Reggio Calabria.

Ma perché tanti uccelli percorrono la stessa rotta? Insieme a Bosforo e Gibilterra, lo Stretto di Messina rappresenta uno dei tre ''ponti sul Mediterraneo'' attraverso il quale centinaia di migliaia di migratori transitano dall'Africa all'Europa in primavera. Zone definite ''collo di bottiglia'', in cui tra aprile e maggio si concentrano gli uccelli ''veleggiatori'', grandi rapaci e cicogne, che non possono attraversare lunghi tratti di mare dove mancano le correnti calde ascensionali che permettono loro il volo. ''A parte un nucleo fisso, i numeri cambiano ogni anno, anche per le condizioni meteo su Nord Africa, Gibilterra e Bosforo'', spiega Malara della Lipu.
Quest'anno saranno attivi il campo organizzato da Wwf e Associazione Mediterranea per la natura sui monti Peloritani in Sicilia, che si svolgerà da sabato 14 aprile al 20 maggio, mentre sull'altro versante dello Stretto, a Reggio Calabria, i campi della Lipu dal 28 aprile al 13 maggio. Altri campi della Lipu si svolgono in località come Linosa, Pantelleria, Marettimo (Egadi), Ustica e Panarea, che anticipano i movimenti migratori a quelli di Reggio Calabria. [La Sicilia]

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10 aprile 2007
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