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Con i rifiuti fino al collo

L'emergenza rifiuti si espande in tutta la Sicilia. Nel Palermitano e nel Catanese si prospettano tempi difficilissimi

12 gennaio 2015

Da Cefalù a Cinisi l'emergenza rifiuti assedia le città della costa. I Comuni conferiscono l'immondizia a giorni alterni nella discarica di Bellolampo, ma non riescono a tornare a regime. Troppi arretrati. Tonnellate di immondizia ancora in strada e nessuna certezza sul futuro dell'Ato Palermo 1.
"Siamo al collasso - dice il sindaco di Cinisi, Gianni Palazzolo - e se non fosse stato per l'intervento di Leoluca Orlando che ci ha aperto le porte di Bellolampo saremmo davvero nei guai. Ma la situazione non riesce a tornare a regime. La Regione deve darci garanzie per il futuro. Il 15 gennaio scade l'Ato, mancano pochi giorni, e non sappiamo nulla. Ci sono lavoratori non pagati da mesi e mezzi in numero inferiore rispetto a quelli che servirebbero, sempre per questioni economiche. Così non si può andare avanti. La provincia è in ginocchio".

Anche a Carini e dintorni si moltiplicano le discariche, che ormai circondano le zone abitate. Fuori dal paese, vicino all'autostrada, una delle tante discariche ha raggiunto i due chilometri lineari di lunghezza sul ciglio della strada. Il sindaco, Giuseppe Agrusa, con i compattatori in giro anche per sei ore al giorno, non riesce a garantire ai cittadini le strade pulite. "Restiamo sempre in emergenza - dice il sindaco  di carini - C'è un forte ritardo nella raccolta. C'è Bellolampo, ma la mole dei rifiuti è enorme. Anche a Villagrazia di Carini siamo in emergenza. La Regione deve fare qualcosa, i sindaci da soli non ce la fanno".
Grossi disagi anche per i comuni di Bagheria, Casteldaccia, Altavilla Milicia e in generale per tutti i paesi della provincia.
I primi di gennaio, dopo un braccio di ferro fra il sindaco di Palermo e presidente dell'Anci Leoluca Orlando e la Regione, che aveva bloccato la raccolta in 47 Comuni fino al 6 gennaio per evitare la saturazione delle discariche, il governatore Rosario Crocetta ha firmato un decreto che autorizza i Comuni a conferire i rifiuti a Bellolampo. Ma basta un giro nei Comuni costieri della provincia di Palermo per capire che è solo una goccia nel mare: il blocco della raccolta fra fine dicembre e gennaio, infatti, ha creato delle situazioni critiche che nessuno adesso riesce a risolvere, men che meno i Comuni con le casse vuote.

Ma l’allarme rifiuti non interessa soltanto il Palermitano, infatti, anche nel Catanese si prospettano tempi difficili. Con la differenziata ai minimi, discariche che chiudono e altre che scoppiano per affrontare l'emergenza che si sposta da una zona all'altra della Sicilia, ieri in prefettura a Catania il governatore Crocetta ha preso parte a un incontro sui problemi delle discariche di Motta Sant'Anastasia e Grotte San Giorgio. Su quest'ultima si profila un allarme che riguarda Catania, che rischia l'emergenza dopo che il processo di esaurimento è stato accelerato, da quando nell'impianto di Lentini sversano anche i Comuni del Messinese che conferivano nella discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, oltre a tutti i centri che utilizzavano l'impianto di Motta.

Un vero e proprio "ingorgo" che ha portato a triplicare la spazzatura giornalmente trasportata a Grotte San Giorgio, che da mille tonnellate (650 delle quali solo da Catania) è passata a circa tremila tonnellate da smaltire, triplicando un carico che ha diminuito la vita residua dell'impianto. Di conseguenza, entro il mese la discarica di Grotte San Giorgio avrà già esaurito la sua capienza, ben prima del progetto che prevedeva entro agosto la conclusione dei lavori di una nuova vasca. La Regione sta approfondendo la questione, complessa e delicata, per la relativa autorizzazione.
La "crisi" di Grotte San Giorgio affonda le radici nell'emergenza rifiuti che ha investito l'intera Sicilia dopo la chiusura delle due mega-discariche private di Mazzarà Sant'Andrea e Siculiana. La prima, gestita dalla Tirreno Ambiente, è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto; la seconda ha dovuto chiudere i battenti per saturazione.

Per quanto riguarda Mazzarà, i magistrati barcellonesi indagano su reati di natura ambientale connessi anche ad un ampliamento della discarica in assenza di autorizzazioni. La chiusura forzata dell'impianto (che in alcune pareti avrebbe già mostrato segni di cedimento) ha costretto i Comuni del Messinese a "ripiegare" su Catania, con il via libera della Regione.
Discorso diverso a Siculiana: nella discarica del gruppo Catanzaro sono alle battute finali i lavori di ampliamento del primo lotto della quarta vasca. La riapertura dovrebbe avvenire la settimana entrante, presumibilmente giovedì.
A Siculiana prima della momentanea chiusura, oltre ai Comuni dell'Agrigentino, scaricavano anche parecchi centri del Palermitano.

[Informazioni tratte da Repubblica/Palermo.it, Lasiciliaweb.it]

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12 gennaio 2015
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