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Condannati per corruzione politici ed imprenditori per la realizzazione dell'acquedotto dell'Ancipa (EN)

Vittoria sul più grande scempio ambientale della storia d'Italia

21 dicembre 2005

Lo scandalo denunciato da Legambiente dell'acquedotto dell'Ancipa vede condannati per corruzione l'ex ministro per il Mezzogiorno, Aristide Gunnella e il presidente dell'EAS, Ninni Aricò.

''Finalmente possiamo dire: vittoria!''. Non sta nella pelle l'avvocato Giuseppe Arnone, della segreteria nazionale di Legambiente, per la sentenza del processo d'Appello che ha coinvolto esponenti politici e imprenditori per la realizzazione delle opere del mega acquedotto dell'Ancipa. La condanna in II° grado per corruzione stabilisce 3 anni di reclusione per il presidente dell'EAS (Ente Acquedottistico Siciliano), Ninni Aricò; 2 anni di reclusione per l'ex ministro per il Mezzogiorno, Aristide Gunnella e gli imprenditori Vincenzo Lizier e Luigi Rendo rispettivamente a un anno e 10 mesi e un anno e 6 mesi.

''La vicenda giudiziaria ha preso spunto - continua Arnone - da una serie di denunce presentate da Legambiente tra il 1989 e il 1992 sulla realizzazione dell'acquedotto composto da tre lotti da 400 miliardi di vecchie lire. È stata dimostrata anche la gravità dello scempio, il più grave abuso edilizio della storia d'Italia: una condotta di cemento delle dimensioni di una autostrada lunga 11 km all'interno del Parco dei Nebrodi''.
''Un abuso edilizio, - conclude l'avv. Arnone, che ha rappresentato Legambiente nel processo - frutto della corruzione e che conclude la più grave vicenda di Tangentopoli della storia siciliana. Si sono spesi illegalmente 400 miliardi (delle vecchie lire) per costruire un'opera che scempiato un parco e si è rivelata solo inutile e dannosa''.

Fonte: Legambiente.it

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21 dicembre 2005
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