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E' morto il piccolo aquilotto dei Nebrodi, protagonista del primo ''reality show naturalistico'' mai realizzato

12 maggio 2006

E' stato per molti giorni uno strumento educativo di grande interesse e, in un certo senso, di gioia il primo ''reality show naturalistico'' che si stava tenendo dentro un nido di una coppia di aquile reali, su di una parete di rocce ''dolomitiche'', nelle montagne dei Nebrodi (leggi). Tutti aspettavano la schiusa dell'uovo che custodiva un aquilotto, e tutti avrebbero potuto assistere all'evento collegandosi semplicemente al sito del Parco dei Nebrodi, dove andava in onda, 24 ore su 24, la vita dei rapaci. 
Dieci giorni fa, il momento fatidico è arrivato: rotto il guscio l'aquilotto è venuto fuori e tutti hanno gioito. Una gioia purtroppo durata poco, infatti, ne ha dato notizia lo stesso Parco, ''durante i primi movimenti di conoscenza degli spazi del suo nido il piccolo aquilotto si è esposto troppo dal bordo ed è caduto dal nido'' sulle Rocche del Crasto di Alcara Li Fusi (Messina) ed è deceduto.Gli esperti del Parco hanno assistito alla fine del pulcino con le immagini della web-cam piazzata per sorvegliare il nido.

L'Ente aveva anche lanciato su internet il concorso ''Dai un nome all'aquilotto e racconta la sua storia'', rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado di tutta Italia. Ovviamente, il concorso è stato annullato.
La morte dell'aquilotto, si legge nella nota redatta dai responsabili del Parco, ''rientra nel bilancio biologico della specie (superpredatore), caratterizzata da una mortalità elevatissima al primo anno di vita, compresa tra il 75 ed il 90%, dovuta per lo più a malattie, parassiti, incidenti. Tutti gli studiosi sono, infatti, concordi nell'affermare che soltanto una minutissima percentuale dei giovani raggiunge l'età adulta, che avviene al compimento del quinto anno e grazie a questo meccanismo la popolazione di aquila reale si mantiene sempre in equilibrio con l'ambiente e con le specie preda''.
La strategia di conservazione della specie si basa sulla sopravvivenza degli adulti e sulla presenza di lunghe cure parentali, ossia sulla nascita di pochi giovani che, dopo esser rimasti per circa un anno con i genitori, che li aiutano ad affrontare questo primo delicatissimo periodo insegnando loro i trucchi della caccia e della sopravvivenza, iniziano un periodo della durata di tre, quattro anni di erratismo in cerca di un nuovo territorio da occupare e in cui potersi riprodurre una volta costituita una coppia.

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12 maggio 2006
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