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Estate, tempo di morsi e di punture, ovunque voi siate. Ricci, api, vipere e pappataci

Che si vada in vacanza a mare, in campagna o in montagna, una punturina non ce la toglie nessuno

17 agosto 2005

Meduse, ma anche insetti e vipere: sono tanti i nemici dell'estate che insidiano le vacanze all'aria aperta degli italiani, per terra e per mare. Ecco allora una serie di consigli su cosa fare e su cosa non fare mai per evitare che un incontro ravvicinato con questi animali si trasformi in un incubo.

Partiamo dal mare...
Ricci e meduse sono gli organismi marini più noti ai bagnanti, probabilmente perché sono i più diffusi sulle coste del Mediterraneo e quelli nei quali è forse capitato di imbattersi maggiormente.
Tanto per cominciare è utile calzare scarpe di gomma, sia in spiaggia che in acqua. Il suggerimento diventa un invito pressante quando ci si reca nei Paesi tropicali, i cui mari sono popolati da varie specie di pesci velenosi che non esistono alle nostre latitudini.
Senza addentrarsi in una trattazione sui vari tipi di punture e di infezioni possibili ai tropici, è sufficiente prestare attenzione a indossare le scarpe e proteggere i piedi per prevenire spiacevoli incidenti.

I ricci di mare. La puntura degli aculei di un riccio di mare può causare dolore e bruciore, soprattutto se le spine si spezzano all'interno della pelle.
Cosa fare in caso di puntura? Sciacquare bene la parte colpita con acqua di mare e disinfettarla, quindi cercare di estrarre la spina dalla cute. E' meglio evitare di utilizzare le dita se si ha a disposizione una pinzetta. Se la spina è in profondità si può applicare aceto per scioglierla. E' importante accertarsi che la spina sia completamente rimossa, per evitare che vada più in profondità. Di aculei velenosi sono invece dotate le tracine, gli scorfani, il pesce lucerna (detto anche ''pesce prete'') e i trigoni. Si tratta di pesci che in genere vivono sul fondo del mare e non è raro incontrarli anche a pochi passi dalla riva, nascosti sotto la sabbia dove è quasi impossibile accorgersi della loro presenza. Il veleno che inoculano è termolabile, viene cioè neutralizzato dal calore. Impacchi molto caldi, sigarette accese e coltelli incandescenti da appoggiare sulla parte colpita sono i rimedi più classici, adottati soprattutto dai pescatori. Per calmare il dolore, spesso molto forte, esistono invece pomate antistaminiche ed anestetiche.

Le meduse (leggi). Il sistema che permette alla medusa di pungere la pelle dell'uomo si chiama nematocisti; il contatto provoca una reazione locale a livello cutaneo: la pelle diventa irritata e arrossata e si avverte una sensazione di dolore e prurito.
Cosa fare in caso di puntura? E' importante variare il pH cutaneo e la temperatura della zona colpita. Nei casi più leggeri basta applicare sabbia calda e bagnare successivamente con acqua non fredda; tra i numerosi rimedi consigliati, alcol, ammoniaca oppure aceto. Se la puntura è più seria, è necessario trattare la zona con pomate di corticosteroidi e antistaminici per alcuni giorni.

Adesso spostiamoci sulla ''terra ferma''...
Molto più ampio il ventaglio di incontri ''a sorpresa'' che possono avvenire in terra.
La vipera. Che fare per esempio se si è morsi da una vipera? Prima di tutto occorre mantenere la calma e stare tranquilli. Bisogna immobilizzare la parte colpita, se possibile con un bendaggio blando che parta dal punto del morso verso la radice dell'arto, aiutandosi eventualmente anche con una steccatura: occorre infatti evitare di fare sforzi muscolari con la zona colpita, altrimenti il veleno iniettato entra in circolo più rapidamente''. A questo punto ci si dirige verso un pronto soccorso o un ospedale, tenendo presente che non succede niente di grave se nello spostamento si perdono alcune ore. Sconsigliatissimo il fai-da-te: un tempo si diceva di incidere la ferita per succhiare il veleno, una pratica che in realtà rischia di fare più danni che altro perché l'incisione è veicolo di infezioni. Tocca al medico ospedaliero valutare se è il caso di utilizzare il siero, da un anno non più in vendita in farmacia. Un'ultima precauzione: evitare di bere alcolici dopo esser stati morsi e tenere il corpo al caldo, per esempio avvolgendosi in una coperta.

Il ragno di Volterra (o Malmignatta). Gli ambienti aridi e assolati sono la dimora preferita del ragno di Volterra (o Malmignatta): il suo morso può provocare addirittura la morte. È nero e ha 13 puntini rossi che lo rendono facilmente identificabile. La femmina è lunga al massimo un centimetro, il maschio è tre volte più piccolo. In caso di morso, il primo sintomo che si avverte è il tremore: occorre avvertire subito il medico, che in genere somministra farmaci a base di gluconato di calcio e solfato di magnesio. In attesa del suo arrivo, si può applicare ghiaccio.

Api, vespe e calabroni. Ospiti poco desiderate delle abitazioni e dei luoghi all'aperto sono anche le api e le vespe. Più che essere pericolosa, la loro presenza infastidisce. L'errore più frequente è agitarsi tentando di allontanarle. Bisogna invece rimanere immobili in attesa che qualcos'altro attiri la loro attenzione o, magari, mettere in bella vista un vasetto pieno di marmellata. In caso di puntura, comunque, si può adottare tranquillamente la tecnica del ''fai-da-te'', estraendo il pungiglione e applicando ghiaccio sulla parte colpita. L'ape più pericolosa è la ''mellifica'', le cui punture, in persone particolarmente sensibili, possono addirittura provocare uno choc anafilattico. In Italia la vespa più grande in cui è facile imbattersi è il calabrone. Il rimedio alle sue punture è semplicissimo: una volta estratto il pungiglione, bisogna spalmare pomate antiallergiche e antistaminiche.

Il minuscolo pappatacio. C'è poi un insetto piccolissimo, al massimo raggiunge i tre millimetri, molto simile ad una zanzara: è il pappatacio assiduo frequentatore delle campagne. Una sua puntura può provocare anche malattie virali, come la ''febbre del pappatacio'' e cutanee, ad esempio la leismaniosi. Innocua è invece la mosca cavallina, che abita di preferenza le zone rurali frequentate da animali da allevamento. L'unico inconveniente è che la sua puntura è abbastanza dolorosa.
Come comportarsi, invece, se si incontra un serpente, che non sia una vipera? Innanzitutto, è bene sapere che la maggior parte di questi animali non è affatto velenosa. E, poi, che tendono l'agguato solo alle prede e non all'uomo. Una delle tattiche migliori è far finta di niente: sangue freddo, quindi, per chi è in grado di averne.

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17 agosto 2005
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