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Goletta Verde ha bocciato la Plaia di Catania

08 agosto 2005

Acque in buona salute nel catanese con una sola eccezione, la spiaggia della Plaia, la 'sabbia' più cara ai catanesi. In quel tratto di litorale i problemi sono legati alle acque di scolo, ai canali che sfociano direttamente in mare senza un sufficiente sistema di depurazione. Tutto ciò testimonia la mancanza di una reale politica di valorizzazione del turismo balneare di queste zone, che ancora sottovaluta il potenziale offerto dalle riserve che caratterizzano questa costa, dall'Oasi del Simeto alla Riserva della Timpa.

''Ne è un caso emblematico - ha commentato Alessandra Bonfanti portavoce di Goletta Verde - lo stupendo tratto di costa ionica etnea della Riserva della Timpa che rappresenta una spettacolare risorsa per il turismo naturalistico e una scommessa aperta. Oggi il rischio della vendita a privati all'asta della Gazzena, naturale completamento della riserva, è sempre più vicino. Mentre si allontana il godimento e l'uso pubblico di un patrimonio culturale irrinunciabile. Chiediamo all'Azienda Foreste della Regione Siciliana, al Comune di Acireale ed alle forze politiche di raggiungere, con determinazione ed urgenza, l'obiettivo della acquisizione pubblica dell'area attraverso l'acquisto o l'espropriazione per pubblica utilità''.

La fotografia della qualità delle acque di balneazione della provincia di Catania, scattata dalla Goletta Verde 2005, è stata presentata la mattina del 6 agosto in conferenza stampa a bordo della Goletta Verde, ormeggiata presso il Porto dell'Etna di Riposto. Su 7 campioni prelevati lungo la costa catanese tra Catania e Acireale, la qualità delle acque di balneazione risulta nell'insieme di buona qualità, con l'eccezione di Catania e un segnale di allarme che arriva ancora una volta dalla foce del Simeto, punto dove per legge è vietata la balneazione, ma che testimonia l'apporto inquinante che arriva dall'entroterra.

La situazione peggiora a Catania all'altezza della spiaggia libera n 1. dove il valore dei coliformi fecali ha superato di oltre 5 volte il limite previsto dal decreto 470/82 e che regolamenta la balneabilità. ''I risultati delle analisi effettuate alla Plaja, - ha commentato Renato De Pietro presidente Legambiente Catania - sulla spiaggia libera n.1, dimostrano che la soluzione di sbarrare i canali che affluiscono in mare è insufficiente, e non costituisce una soluzione strutturale al problema. Inoltre il convogliamento delle acque dei canali verso il depuratore e quindi nell'oasi del Simeto determina non solo il peggioramento della qualità delle acque delle zone umide, ma la scomparsa delle stesse zone umide salmastre a causa dell'immissione di acqua dolce. La prova del disinteresse verso questa area naturale gestita dalla Provincia regionale di Catania, è sotto gli occhi di tutti con l'incendio di qualche giorno fa''.

Fonte: La Sicilia

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08 agosto 2005
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