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Greenpeace lancia l'allarme: se non si interviene subito il Mare Nostrum ben presto si svuoterà di tonni e pesci spada

28 dicembre 2006

I tonni rossi e i pesce spada del nostro Mediterraneo rischiano l'estinzione! Senza giri di parole, è questa la conclusione alla quale sono arrivati quelli di Greenpeace, dopo mesi di monitoraggio a bordo dell'Esperanza e della Rainbow Warrior nelle acque del Mare Nostrum.
Le attività di pesca interessano Francia, Spagna, Turchia, Giappone, Italia, e Guinea, tutti Paesi membri dell'Iccat, la Commissione Internazionale per la conservazione dei tonni nell'Oceano Atlantico.
L'associazione ambientalista ha posto la questione in cima alla lista delle problematiche che affliggono i nostri mari durante un incontro della Commissione avvenuto a novembre, a Dubrovnik.

Un rapporto di Greenpeace pubblicato a maggio scorso ha mostrato che vengono catturati tonni per il 50 per cento oltre il limite consentito, come confermato dal Comitato Scientifico dell'Iccat. ''L'industria del tonno sta facendo una gara per catturare gli ultimi esemplari di tonni rossi'', ha spiegato Alessandro Giannì, responsabile campagna mare di Greenpeace. ''È un modo tragico di eliminare al tempo stesso una specie meravigliosa ed un'attività di pesca che risale all'epoca dei Fenici''.
Greenpeace ha le prove che i pescherecci moderni, le cosiddette ''tonnare volanti'', usano aeroplani da ricognizione per avvistare i banchi di tonni, pescano in periodi vietati e oltre i limiti consentiti. I risultati, purtroppo, si vedono: una potentissima flottiglia di tonnare volanti, sorvegliata dalla Rainbow Warrior durante il picco della stagione di pesca la scorsa estate, non è stata in grado per settimane di trovare un solo tonno.

Giannì ha presentato all'Iccat anche un documento sull'attività illegale delle spadare italiane, anche queste monitorate da Greenpeace la scorsa estate. Queste reti, vietate dall'Onu, dall'Ue e anche dalle leggi italiane continuano a pescare illegalmente pesce spada, un'altra specie ittica in condizioni critiche, e ad uccidere cetacei e tartarughe marine.
Greenpeace ha chiesto con forza che l'Iccat imponga il divieto assoluto di pesca durante il periodo di riproduzione dei tonni e del pesce spada, creando una rete di riserve marine in alto mare. ''La pesca illegale, delle spadare e di altri sistemi di pesca, deve essere fermata, la quota di tonno deve essere dimezzata e devono essere definite delle taglie minime ragionevoli per entrambe le specie'', afferma l'associazione ambientalista. ''Per il tonno, in particolare, è necessario vietare il trasbordo delle catture in alto mare, tranne in alcune aree strettamente sorvegliate, un sistema di osservatori a bordo che impedisca la pesca eccessiva e uno stop agli allevamenti del tonno che sono una scappatoia per pescare oltre il lecito''.

- Greenpeace Italia

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28 dicembre 2006
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