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Il ministro Alemanno autorizza la proroga per la pesca a strascico a Lampedusa. Per la LAV una decisione irresponsabile

''Così si autorizza la devastazione dell'ecosistema marino''

27 settembre 2005

18 armatori potranno continuare ad esercitare la pesca a strascico a largo di Lampedusa fino al 31 ottobre. Lo prevede una deroga del Ministro delle Politiche Agricole, On. Gianni Alemanno, pubblicata recentemente sulla Gazzetta Ufficiale.
''Qualche lobby ha evidentemente tirato la giacchetta del Ministro, che si è subito affrettato ad emanare un decreto ad hoc - commenta Ennio Bonfanti, responsabile LAV settore Fauna -. Ancora una volta assistiamo ad un provvedimento nefasto di smantellamento progressivo delle regole della pesca marittima che va ad assecondare solo il profitto immediato piuttosto che mirare alla razionale tutela delle popolazioni ittiche. E' irresponsabile autorizzare la pesca a strascico in ecosistemi così preziosi come i fondali delle Pelagie, in quanto l'impatto ambientale sarà disastroso''.

La LAV, infatti, ricorda come da autorevoli rapporti scientifici emerga che gli habitat dei fondali marini sono devastati dall'erosione meccanica esercitata nella pesca a strascico. Da tali studi risulta che il recupero di habitat così danneggiati è impossibile o molto lento e difficile. È pertanto opportuno vietare l'uso di reti a strascico e di attrezzi analoghi, tenuto conto che i pescherecci potranno continuare a pescare con attrezzi da traino che non vengono a contatto con il fondale ed altri attrezzi fissi.
''Le imbarcazioni a strascico rastrellano letteralmente i fondali distruggendo in larga parte l'ecosistema e le rare comunità di pesci - denuncia Maria Teresa D'Agostino, responsabile LAV settore Pesca e Itticoltura - ed il danno è paragonabile a quello di un bulldozer sulla foresta amazzonica. Si tratta di un tipo di pesca estremamente dannosa specie se praticata sottocosta ed a profondità inferiori a 50 metri, dove distrugge fondali, aree di riproduzione ed uccide le forme giovanili che si sviluppano in quegli ambienti''.

''In Sicilia la pesca è gestita ad uso e consumo delle istanze lobbistiche protese più a raschiare il fondo del barile nell'immediato, piuttosto che ad evitare il collasso delle popolazioni ittiche del Mediterraneo: prima le micidiali deroghe per la pesca del novellame - ricorda Ennio Bonfanti -, inopinatamente autorizzate dall'Assessore regionale Lo Monte; poi l'illegittimo decreto assessoriale sulle reti ferrettare per aggirare il divieto delle spadare, annullato dal TAR a seguito di ricorso della LAV. Ora la pesca a strascico consentita dal Ministro Alemanno! L'ambiente marino, considerato troppo spesso 'zona franca' in cui tutto sarebbe lecito, non può tollerare ulteriori saccheggi con sistemi di pesca inaccettabili e politiche sconsiderate come quelle attuate dalla Regione e dal Ministero''.

- Decreto del 13 settembre 2005 del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Gazzetta Ufficiale n. 217 del 17/09/2005)

INFO
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lav.sicilia@infolav.org

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27 settembre 2005
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