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In Italia c'è Mal'Aria. Allarmanti i dati di Legambiente: le città italiane soffocano nello smog

12 dicembre 2006

L'aria nelle città italiane è irrespirabile. 206 giorni di superamento a Palermo, 183 a Verona, 162 a Torino, 159 a Padova e 156 a Venezia. E poi 152 giorni a Milano e 125 a Roma: è questo il quadro inquietante che Legambiente ha elaborato partendo dai dati rilevati dalla centraline per le polveri sottili nelle maggiori città italiane.
Il numero di superamenti giornalieri della soglia consentita dalla legge (che fissa, dal 2005, il valore limite medio giornaliero per le polveri sottili a 50 mg/mc, che può essere superato al massimo per 35 giorni all'anno), è impressionante.
Nessun segnale di miglioramento e polveri sottili alle stelle: è questo, in chiusura del 2006, il bilancio dell'associazione ambientalista, che anche quest'anno lancia in tutta Italia per i mesi invernali Mal'Aria, la storica campagna delle lenzuola antismog.

''Il principale imputato dell'inquinamento atmosferico nel nostro Paese continua a essere il trasporto stradale - dichiara Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente -. Secondo il rapporto della Commissione Nazionale Inquinamento atmosferico del Ministero dell'ambiente, a Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo il traffico contribuisce per ben il 70% delle emissioni di PM10, l'inquinante più diffuso e pericoloso per la salute umana. Mentre la seconda fonte è il riscaldamento, che varia da un contributo del 26% al nord all'8% al sud. Negli ultimi dieci anni, inoltre, le emissioni da CO2 da trasporto stradale sono aumentate del 18%, contribuendo nel 2004 a più del 22% del totale nazionale di emissione del principale gas serra. E' quindi evidente - continua Della Seta - come nelle nostre città sia urgente invertire la rotta, con interventi strutturali sulla mobilità cittadina, più efficaci dei disorganici blocchi del traffico e delle targhe alterne che ogni inverno si susseguono con scarsi risultati. Il vero obiettivo rimane quello di ridurre il numero di veicoli in circolazione, incrementando il trasporto pubblico, per migliorare non solo l'aria ma anche la qualità della vita nei centri urbani e la salute dei cittadini''.

E se in Italia i dati sulla qualità dell'aria sono tutt'altro che rassicuranti, al di fuori dei confini nazionali la situazione non è assolutamente migliore, come dimostra il nuovo rapporto ''Ecosistema Europa'' di Legambiente e Istituto Ambiente Italia sullo stato di salute di 26 città europee. Solo Saragozza in Spagna, Tampere e Turku in Finlandia non hanno mai superato i limiti europei per nessuno dei tre inquinanti NO2, O3 e PM10. Per quanto riguarda gli ossidi di azoto solo 6 città (Heidelberg, Goteborg, Tampere, Turku, Nicosia, e Saragozza, pari al 23% delle città considerate) rientrano all'interno del valore limite medio annuo, mentre 20, il 77% delle aree monitorate, hanno registrato, almeno in una centralina, una concentrazione media annua superiore ai limiti di legge. Le situazioni peggiori si registrano a Londra e Parigi, rispettivamente con 110 e 104. Il limite medio annuo del PM10 per il 2005 viene superato da 11 città, pari al 46% del campione che ha fornito il dato. Per quanto riguarda l'ozono le città che hanno superato la soglia di legge sono state Parigi (81 giorni di superamento contro i 25 previsti dalla legge), Milano (65), Napoli (65), Vienna (56), Roma (51), Praga (40), Lione (31) e Goteborg (28).

Con Mal'Aria, Legambiente torna così a sollecitare l'attenzione di cittadini e amministrazioni. Con iniziative in tutta Italia, dalla sensibilizzazione delle persone a proposte politiche per una mobilità sostenibile e la vivibilità cittadina: blitz di protesta, biciclettate in mascherina anti-smog per richiedere più piste ciclabili e meno automobili, cordoli umani sulle corsie preferenziali per richiedere la protezione delle stesse ed evitare l'invasione delle automobili private e, ancora, monitoraggio delle infrazioni da traffico, lotta ai Suv, sciopero del respiro e mobilitazione dei pedoni. L'azione anti-smog di Legambiente agisce su tanti temi e, oltre alla denuncia, vuole far nascere proposte concrete. Come imporre provvedimenti, anche locali, miranti l'applicazione di filtri anti-particolato (FAP) ai motori diesel più inquinanti e obbligo nazionale di applicazione del filtro sui veicoli diesel nuovi; far passare leggi regionali e nazionali, ma anche delibere comunali di limitazione del traffico anche, ma non solo, in funzione antinquinamento (come la tassa d'ingresso in città ma anche la tariffazione proporzionale alla vicinanza dal centro; delibere anti-SUV in città...); promuovere in maniera determinata scelte di trasporto individuale e collettivo più sostenibili: mezzo pubblico, treno e metropolitane, bicicletta ma anche il car sharing e il car pooling.
''Nonostante il cronico superamento dei limiti di legge - conclude il presidente di Legambiente - l'Italia non ha ancora messo in moto politiche strutturali nella lotta all'inquinamento atmosferico; la tutela della salute dei cittadini non sempre è una priorità nelle agende politiche e i cittadini delle medie e grandi città, non sembrano voler abbandonare la 'cultura dell'automobile', spesso perché non esiste una reale alternativa. Ma gli strumenti per invertire la rotta ci sono. E ci sono città, soprattutto in Europa, che li stanno attuando. Quello che, da noi, è mancato finora è stato il coraggio delle pubbliche amministrazioni di fare scelte concrete in questo senso''.

Fonte: Legambiente

- Dossier: ''Mal'Aria di Città'' e ''PM10 - Istruzioni per l'uso''

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12 dicembre 2006
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