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L'Italia delle incompiute

In Italia sono 693 le opere rimaste a metà. La Sicilia con le sue 68 incompiute si piazza al terzo posto

14 gennaio 2015

Da scuole e asili nido a strade, da loculi cimiteriali alle Vele di Calatrava a Tor Vergata: sono 693 le opere incompiute in Italia, per le quali sono stati già spesi oltre 3 miliardi di euro e per il cui completamento serve 1,5 miliardi di euro.
È la fotografia che scatta l'anagrafe istituita presso il ministero delle Infrastrutture e Trasporti che ha cominciato a censire dai primi mesi del 2012 le opere avviate e non concluse. Numeri che crescono a vista d'occhio: se al primo censimento dell'ottobre del 2013, gli interventi al palo erano 593, a fine 2014 questi sono lievitati a ben 693 mentre, intanto, alcune di esse hanno perso la loro utilità rispetto alle finalità per le quali erano state concepite.

A illustrare lo stato dell'arte è stato il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini, nel suo intervento al convegno dal titolo 'Opere incompiute: quale futuro?', organizzato dal Mit, dall'istituto Itaca e dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome.
Un convegno che si è svolto in un luogo simbolo: il Centro dello Sport a Tor Vergata, noto come le 'Vele di Calatrava'. Opera incompiuta per eccellenza. Il progetto dell'architetto spagnolo Santiago Calatrava avviato nel 2005 per realizzare un cento sportivo polifunzionale in vista dei mondiali di nuoto del 2009, presso l'area dell'università di Tor Vergata, si è da tempo arenato.
"Il numero di opere incompiute - ha detto Nencini - è destinato a crescere mensilmente se si considera una certa ritrosia degli enti locali a fornire questi dati. Le opere incompiute risultano, a fine 2014, 692 alle quali aggiungiamo ora anche le Vele di Calatrava". "Tre miliardi sono stati già spesi e per completarle servono 1,5 miliardi: ci sono opere che devono essere concluse il più rapidamente possibile, altre, invece, che - ha riconosciuto Nencini - in corso d'opera hanno perso la loro finalità iniziale a fronte di un mutato contesto".

Per Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, "ora serve aprire una stagione nuova, una stagione di interventi di qualità, selezionati attraverso concorsi di progettazione e che abbiamo come obiettivo quello della riduzione progressiva del suolo consumato, per arrivare a zero nei prossimi trenta anni. Il destino delle opere incompiute, a meno che non siano così importanti da dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti, sta nel loro riuso e nella loro trasformazione".
Cosa fare quindi di questo patrimonio che sta andando sprecato? Per il sottosegretario Nencini la prima cosa da fare è "andare a scavare tra queste opere per decidere cosa è ancora necessario ed eventualmente modificare i progetti", per poi chiedere aiuto ai privati. "Con la carenza di fondi pubblici alcune di queste opere andranno affidate al mondo privato: se non c'è collaborazione pubblico-privato non si concluderanno mai".

Per agevolare questo percorso il viceministro, che non scarta nemmeno l'ipotesi di affidare la situazione a un commissario, lancia una proposta di un bonus fiscale da discutere con il Mef: "si può pensare ad una premialità fiscale per i privati e non escludo la possibilità di revisione di natura urbanistica per dare ai privati la possibilità di utilizzare il bene per altri usi, con il vantaggio di evitare nuovo consumo di territorio". Tra le ipotesi sul tavolo c'è anche quella di dare "incentivi alle pubbliche amministrazioni che fanno di questo tema una priorità".

Il fenomeno riguarda tutta Italia ma la regione con il maggior numero di opere a metà è il Lazio con 82 per 250 milioni spesi e 78 per il completamento, seguita da Sardegna e Sicilia con 69 e 68. Il record di soldi spesi senza risultato è però della Calabria che, per 64 opere, ha speso 415 milioni mentre ne basterebbero 35 per terminarle. L'unica area dove tutto sembra finito è la provincia di Trento mentre a Bolzano 14 sono ancora in sospeso. Molte delle incompiute sono poi in capo allo stesso ministero: 38 per 600 milioni spesi e 125 mancanti.

- L'Isola delle incompiute (Guidasicilia.it, 16/02/13)

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14 gennaio 2015
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