Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Mala tempora currunt

La scienza ha sbaragliato ogni forma di dubbio. Clima: trovato l'accordo sul rapporto dell'Ipcc

07 aprile 2007

Ci sono state divergenze e tensioni politiche, in particolare con Cina, Stati Uniti d'America e Arabia saudita, ma alla la scienza ha prevalso sulla politica, almeno per il momento. Il rapporto dell'Ipcc (l'organismo delle Nazioni Unite che si occupa dei cambiamenti climatici e che raduna scienziati ed esperti di 180 paesi) è stato infatti approvato a Bruxelles dopo cinque giorni di negoziati a porte chiuse.
I 2500 scienziati hanno messo sul tavolo 1.500 pagine di inquietanti certezze sul futuro del Pianeta Terra.
Dopo un temuto rinvio dovuto alle pressioni di Stati Uniti e Cina e Arabia Saudita, preoccupate per le conclusioni decisamente allarmanti, l'Ipcc ha finalmente trovato l'accordo sul secondo capitolo del rapporto 2007. Dopo il primo capitolo sulla fisica dei cambiamenti, pubblicato nel febbraio scorso, quello attuale è il dossier che prende in esame le conseguenze pratiche dei mutamenti.
''Alla fine abbiamo un documento che spero attirerà l'attenzione in tutto il mondo'', ha annunciato il presidente dell'Ipcc, Rajendra Pachauri. ''Stiamo facendo le ultime correzioni della bozza - ha aggiunto - il lavoro non è facile ed è un documento complesso''. Tra mille tensioni, è stata fatta un'estenuante opera di limatura, correggendo alcuni aggettivi e alcune definizioni (''alto rischio'' riferito al timore di perdita di biodiversità è divenuto ad esempio ''crescente rischio''), ma la sostanza delle conclusioni messe insieme dallo staff di oltre duemila scienziati coordinato dall'Ipcc non è cambiata ed è la stessa anticipata dalla stampa nei giorni scorsi.

Le conseguenze fanno paura, e più nessuno può far finta di non conoscere: un innalzamento della temperatura media globale di 2-2,5 gradi rispetto al presente, si legge nel testo approvato, ''potrà causare un forte aumento degli impatti'' con spostamenti geografici di specie, perdite totali di biodiversità, riduzione della produttività agricola e delle risorse idriche in vaste aree. E questo determinerà un maggiore rischio di estinzione per circa 20-30% delle specie vegetali ed animali. In Australia e Nuova Zelanda le proiezioni climatiche stimano una forte perdita di biodiversità entro il 2020.
Insomma, la deriva ambientale questa volta non è annunciata da un gruppo di ambientalisti fanatici e catastrofisti, ma dal fior fiore della scienza internazionale.

Gli esperti del dell'Ipcc hanno dimostrato che gli impatti dei cambiamenti climatici non sono evenienze che l'uomo potrà subire ''se...'', ma ''sono già in atto a livello globale e regionale e saranno più forti nel futuro''. Inoltre, ''molti sistemi naturali in tutto il pianeta sono stati già affetti da cambiamenti climatici regionali, in particolare da aumenti di temperature''.
L'allarme per le conseguenze pratiche sulla vita umana e gli ecosistemi portate dal riscaldamento globale lanciato nel documento è pesantissimo. Stando alle previsioni basate su proiezioni scientifiche, già tra venti anni centinaia di milioni di persone rimarranno senza acqua a causa della siccità, mentre epidemie come la malaria si estenderanno anche in zone non tropicali. Nel 2050 il pianeta potrebbe perdere tutti i suoi ghiacciai e nel 2100 metà della vegetazione mondiale potrebbe essere estinta. Inoltre si ripeteranno ondate di calore anomalo in grado di uccidere migliaia di persone ed eventi climatici estremi come inondazioni e alluvioni.

Tutto il mondo è coinvolto in questo allarme e l'Europa non fa eccezione. Gli scienziati dell'Ipcc prevedono infatti che ''quasi tutte le regioni europee saranno influenzate negativamente dalle conseguenze future del cambiamento climatico e queste creeranno problemi a molti settori economici'' e lo stravolgimento del clima del pianeta, continua il testo, ''amplificherà le differenze regionali delle risorse naturali e delle ricchezze dell'Europa''. Il rischio è di trovarsi in pochi anni di fronte a un'Europa meridionale sempre più arida, impoverita dal calo del turismo estivo e delle coltivazioni, e afflitta da ondate di caldo senza precedenti e incendi e un'Europa del nord sempre più verde di foreste, più fertile e più mite, ma più soggetta a inondazioni.

Rispetto al precedente rapporto, pubblicato dall'Ipcc nel 2001, quello attuale è molto più allarmato e circostanziato e soprattutto affronta il riscaldamento globale non più come una vaga minaccia per un futuro lontano, ma come un fenomeno che sta già producendo i suoi effetti. ''I cambiamenti climatici - ha spiegato Neil Adger, uno dei leader della delegazione britannica nell'organismo Onu - non è qualcosa che riguarda il futuro, è già tra noi''.
Dopo l'estate l'Ipcc pubblicherà anche il terzo capitolo del suo rapporto 2007 nel quale vengono affrontati i possibili rimedi per contrastare il riscaldamento globale e mitigarne gli effetti.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

07 aprile 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia