Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Mentre la Commissione Ue bacchetta l'Italia sulle politiche ambientali, l'ecosistema europeo si trasforma

Mentre spuntano gli ulivi in Germania e scompaiono le Stelle alpine...

20 gennaio 2005

L'Italia continua ad essere nella lista nera dei paesi in ritardo nella difesa dell'ambiente. Già nell'agosto scorso l'Italia occupava uno dei primi posti nella lista dei paesi a non aver messo in regola la propria legislazione con le norme comunitarie.
Adesso la Commissione europea sta portando avanti vari procedimenti di infrazione nei confronti del Paese, contestando la violazione in 15 casi della normativa ambientale dell'UE in materia di:
- trattamento delle acque reflue
- emissioni industriali
- prevenzione degli incidenti industriali
- valutazioni di impatto ambientale
- conservazione di importanti habitat naturali
- protezione di risorse idriche
- controllo dell'inquinamento atmosferico
- scambio delle quote di emissioni
- giardini zoologici

Per dieci di queste violazioni la Commissione ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia delle Comunità europee. In un altro caso l'Italia ha ricevuto un parere motivato che la invita a rispettare una precedente sentenza della Corte, per evitare di incorrere in gravi sanzioni pecuniarie.

Secondo quanto dichiarato dal Commissario per l'Ambiente, Stavros Dimas, "il rispetto della normativa ambientale dell'Unione europea consentirà all'Italia non solo di proteggere la ricchezza della sua biodiversità e delle sue risorse naturali, ma anche di offrire ai suoi cittadini il contesto di vita gradevole che meritano. Ritengo preoccupante che l'Italia non abbia ancora attuato la direttiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento, che costituisce una misura chiave per il controllo delle emissioni industriali. Invito le autorità italiane ad impegnarsi ulteriormente per migliorare l'attuazione della normativa in questione''.
 
E mentre l'Italia (che non è l'unico paese) continua a non rispettare quelle norme che la Comunità europea ha deciso di definire essenziali per la salvaguardia dell'ambiente, gli allarmi ambientali si susseguono senza tregua, uno su tutti il continuo aumento della temperatura.
Negli ultimi due anni in Europa è stato raggiunto il record delle temperature, che ha avvicinato le acque del Mediterraneo a quelle del Mar Rosso, con picchi di 30-31 gradi nello Ionio Meridionale e 32 nel Golfo di Gades o nel Mar di Levante, a Cipro. ''Una serie di segnali lenti ma inequivocabili ci dice che il clima sta cambiando a causa della concentrazione in atmosfera dei gas serra - ha spiegato Vincenzo Ferrara, climatologo dell'Enea, in occasione di un convegno organizzato dal CNR e dal WWF, tenutosi nel novembre scorso -. In particolare, nell'area mediterranea diminuiscono le giornate di pioggia del 14% ma aumenta la concentrazione delle precipitazioni, si assiste a siccità prolungate in inverno nelle regioni del Nord e in estate in quelle meridionali. Le conseguenze sono uno spostamento verso Nord degli ecosistemi: forse vedremo presto crescere l'ulivo o la vite in Germania''.

L'impatto si fa sentire soprattutto sugli ecosistemi montani: sull'Appennino la copertura nevosa si riduce sempre più, mentre scompaiono sulle Alpi specie vegetali come la stella alpina. In Europa su 65 specie di uccelli indagate, ha riferito Fabrizio Bulgarini, Responsabile Scientifico Wwf per l'Ecoregione Mediterranea, ''20 hanno registrato un anticipo nei periodi di deposizione delle uova, da 4 a 15 giorni. Stesso discorso per i periodi migratori: in Italia molte specie arrivano in anticipano e partono più tardi mentre è stato registrato anche un anticipo delle fioriture dai 6 agli 11 giorni per molte specie di fiori''. ''Affrontare l'emergenza planetaria - ha sottolineato Franco Miglietta dell'Istituto di Biometeorologia del CNR - vuol dire mettere in moto iniziative in tutti i campi che vanno dai comportamenti dei singoli cittadini alle politiche nazionali, alle grandi scelte internazionali, al potenziamento della ricerca scientifica. Solo sommando tutti questi sforzi e rendendoli condivisi si potrà proteggere il pianeta minacciato''.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

20 gennaio 2005
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia