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Nell'area della riserva marina di Ustica (PA) una catastrofe ambientale scampata per poco

Una chiazza oleosa, fuoriuscita da un cargo affondato nella ''secca della colombaia'' a fatto temere il peggio

25 febbraio 2005

A Ustica si è temuta la catastrofe, prima umana poi ambientale. Martedì scorso un'imbarcazione battente bandiera di Panama e diretta in Grecia è affondata nell'area della riserva marina di Ustica (Palermo), dopo essere rimasta incagliata nella ''secca della colombaia''.
Il mercantile, che trasportava marmo, dai i primi rilievi è risultato essere fuori rotta. A bordo c'erano nove marinai, otto siriani e un russo, che dopo essere stati tratti in salvo sono stati sottoposti a fermo fino all'accertamento delle cause dell'incidente.
L'affondamento del cargo ha provocato la fuoriuscita dei liquidi interni alle tubazioni dell'imbarcazione, con la conseguente formazione di una stretta scia oleosa, lunga circa un chilometro, diretta verso il mare aperto. Una circostanza che ha preoccupato gli amministratori e gli ambientalisti.

Martedì stesso la Capitaneria di porto e i tecnici dell'Arpa avevano provveduto al recupero di 20 tonnellate di gasolio presenti nella stiva.
Dopo una perlustrazione effettuata da un aereo della Guardia costiera  attraverso una apparecchiatura a raggi infrarossi, si è appurato che la lunga macchia nera, larga 200-250 metri, è stata formata da normali rifiuti e lentamente si andrà dissolvendo.
Dal sopralluogo è emerso anche che il cargo è ancora integro, con la prua ben ancorata e la poppa sommersa dal mare.
''Non c'è alcun rischio di inquinamento a Ustica, la chiazza che si è formata non è d'olio né di carburante, probabilmente si tratta di semplici rifiuti fuoriusciti dalla sentina, sommersa assieme alla poppa''. Così ha rassicurato il comandante della Capitaneria di Porto di Palermo, ammiraglio Vincenzo Pace, dopo i controlli effettuati.

Gli investigatori stanno ancora indagando su alcuni lati della vicenda ritenuti oscuri, come il fatto che la nave sia risultata fuori rotta. Il naufragio, peraltro, ha rischiato di causare un disastro ecologico.

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25 febbraio 2005
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