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Nelle grandi Città del Mondo in migliaia muoiono ogni anno a causa dell'inquinamento

I gravi danni all'ambiente causati dall'eccessivo inquinamento

18 novembre 2005

Lo scorso settembre due distinte ricerche hanno sostanzialmente suonato lo stesso campanello d'allarme: cambiamenti climatici inarrestabili, milioni di morti per condizioni di vita malsane e per l'inquinamento.
L'allarme ambiente, contrassegnato da precisi connotati, è arrivato dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e dall'Associazione medici australiani, con due ricerche che hanno in comune il timore di non arrivare a tempo per fermare la scivolata del pianeta verso disastri ecologici non sanabili.

Un milione di persone muoiono ogni anno tra Pacifico e SudEst asiatico per fattori legati all'inquinamento o alla vita in ambienti malsani, ha detto l'Oms. Secondo l'organizzazione mondiale non viene fatto abbastanza dalle singole nazioni per ridurre i rischi ambientali, visto che ben 508 mila morti l'anno sono da addebitare a cause come intossicazione da fumo di combustibili, acqua non potabile e igiene inadeguata. Le morti derivate da fattori legati all'inquinamento sono invece 405 mila l'anno. Una situazione dove solo una forma di cooperazione tra i vari settori, dall'ambiente all'agricoltura, dall'industria all'organizzazione dei trasporti di tutti i Paesi, può dare concreti risultati.
Contemporaneamente un rapporto australiano ha puntato il dito sui futuri pericoli dell'inquinamento atmosferico nella regione dell'Asia e del Pacifico.
Commissionato dall'Associazione Medica Australiana e dall'Australian Conservation Association, il rapporto presentato a settembre, prevede che migliaia di australiani potrebbero morire entro la fine del secolo a causa dei cambiamenti climatici. Non solo. L'effetto serra, si legge nel documento, ha raggiunto uno stadio così avanzato che è ora impossibile arrestarne le conseguenze, innalzamento della temperatura prima tra tutte. ''Il clima continuerà a cambiare nel corso di questo secolo, anche se il governo decidesse di prendere provvedimenti per diminuire i gas inquinanti. Ma una immediata e drastica azione da parte non solo del governo ma anche di aziende e individui ridurrebbe l'intensità dell'impatto sulla salute dell'uomo'', è scritto nel rapporto.

Gli scienziati australiani, nell'esplorare le cause di tanto danno all'ambiente, hanno puntato il dito sulle automobili: dimezzare l'inquinamento proveniente da gas di scarico non solo aiuterebbe a ridurre l'innalzamento della temperatura, ma eliminerebbe le centinaia di morti premature che si registrano ogni anno nelle grandi città, in particolare a Sydney e a Melbourne. Allargando il panorama dall'Australia alla zona del Pacifico e SudEst asiatico - la stessa presa in esame dall'Oms -, i ricercatori australiani indicano Papua Nuova Guinea, Cambogia e le isole del Pacifico come i paesi più vulnerabili ai cambi climatici.

Da queste ricerche è nato il ''Patto climatico Asia-Pacifico'', un accordo fra Usa, Canada, Giappone, Australia, Cina e India basato su accordi volontari per la riduzione dei gas serra e lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, e che sta sempre di più scalzando quel Protocollo di Kyoto, ritenuto da diversi Paesi troppo oneroso per le economie nazionali.

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18 novembre 2005
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