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Salvo il bosco del Dittaino

L'assessore all'Agricoltura Nino Caleca blocca i privati della Biomasse Spa: "Per noi il contratto è nullo"

29 gennaio 2015

"Per noi quel contratto è nullo". Lo ha detto l'assessore all'Agricoltura Nino Caleca nel corso di una conferenza stampa tenuta nei giorni scorsi a Palermo, dove ha spiegato i provvedimenti dell'amministrazione regionale sul caso del "bosco svenduto": quei diecimila ettari di alberi nel cuore della Sicilia, tra Caltanissetta ed Enna, consegnati nelle mani dei privati della Biomasse Spa.
Sul banco degli imputati i due contratti stipulati tra la Regione e la società a partire dal 2001. Due accordi finiti sul tavolo dell'Avvocatura dello Stato che ha rilevato "gravi criticità".

"Siamo dinanzi alla violazione delle norme sulla concorrenza e sull'evidenza pubblica - ha continuato Caleca - in conflitto anche con le leggi europee, nazionali e regionali. Quel contratto è quindi radicalmente nullo".
L'assessore ha inoltre annunciato la momentanea sospensione della consegna degli oltre 5 lotti oggetto dell'accordo. "Il contratto del 2001 prevedeva solo l'utilizzazione boschiva, l'esbosco e il trasporto degli alberi di eucalipto - ha spiegato Caleca - ma non che questi alimentassero una centrale a biomasse, cosa che invece fa il contratto del 2007. Rispetto al primo contratto del 2001, quindi, quello del 2007, invece di far scattare una semplice proroga da 3 a 9 anni come prevedeva una legge apposita del 2003, è un atto aggiuntivo vero e proprio perché viene modicato l'oggetto del contratto in merito alle quantità, al prezzo e alle penalità in caso di ritardo: dai 516 euro per giorno di ritardo del primo contratto si passa ai 16 del secondo. Praticamente sarebbe stato necessario un secondo bando di gara".

"Un atto dovuto, l'unica cosa da fare". Il Movimento 5 Stelle all’Ars ha commentato con soddisfazione la decisione dell'assessore Caleca.
"Attendiamo ora i passi conseguenziali" affermano i deputati Matteo Mangiacavallo e Giancarlo Cancelleri, che assieme agli altri parlamentari del gruppo si battono per tutelare un patrimonio naturale della zona ed evitare quella che ritengono una clamorosa svendita, considerata la contropartita totalmente inadeguata.
Intanto è confermata per martedì prossimo l'audizione della commissione Attività produttive dell'Ars sul caso, anche se la seduta non si terrà più in trasferta a San Cataldo, come deciso in un primo momento.
"Onestamente - dicono Cancelleri e Mangiacavallo - non comprendiamo i motivi di questa mezza retromarcia, di cui prendiamo atto con rammarico. Comunque alla seduta saranno presenti tutte le parti interessate che abbiamo provveduto a convocare".

- 10 mila ettari di alberi da fare fuori! (Guidasicilia.it, 21/01/15)

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29 gennaio 2015
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