Si va ''di mare in peggio''. Procedura d'infrazione Ue contro l'Italia diffidata per le acque di balneazione
''La diffida di Bruxelles non fa che confermare una disattenzione che ha portato al fallimento di tutte le politiche di risanamento del territorio''. Commenta così Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, la notizia della procedura d'infrazione avviata dalla Ue contro l'Italia e altri 10 Stati membri in merito alle acque di balnezione.
La Ue contesta agli 11 Paesi di aver soppresso zone di balneazione dagli elenchi ufficiali, senza aver fornito le dovute spiegazioni.
''Ci sono in Italia circa mille chilometri di litorale permanentemente vietati alla balneazione: tanti tratti di costa totalmente abbandonata a se stessa, sulla quale lo Stato ha gettato la spugna'', continua Ferrante. ''Il disinteresse del nostro governo per i temi del mare non è certo cosa nuova. Non a caso, il ministero della Sanità ha smesso di pubblicare da diversi anni il rapporto sulle acque di balneazione, mentre l'ultima relazione sullo stato dell'ambiente del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio non dedicava al mare nemmeno una riga''.
Legambiente ricorda i dati del 2005: su una lunghezza di costa complessiva di 7.375,3 chilometri, 4.999,4 km (67,8%) sono controllati e balneabili, 874,6 km (11,8%) sono soggetti a divieto di balneazione per motivi indipendenti dall'inquinamento (porti, servitù militari, ecc.), 433,6 km (5,9%) non sono balneabili per inquinamento e 1.060,5 (14,4%) sono i chilometri di costa non controllata.
Fonte: Legambiente.it