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Stromboli, Terra di Dio

Continua l'attività del vulcano e il pensiero di uno tsunami fa paura, ma la situazione è sotto controllo

28 febbraio 2007

Già da qualche giorno lo Stromboli aveva mandato segnali di ''risveglio''. Un intensa attività del vulcano, ripresa ieri mattina, è continuata anche stanotte in maniera sostenuta. Due bocche eruttive si sono aperte sullo Stromboli. Tre colate da ieri scorrono lungo la ''Sciara del fuoco'', la profonda e ripida depressione sul fianco nord del vulcano, la ''strada'' aperta dalla devastante colata di cinque anni fa, e si riversano in mare.

La Protezione Civile ha fatto scattare il piano d'emergenza, e per tutta l'isola, selvaggia espressione della natura, sono risuonate le sirene che annunciano il pericolo. Nel primo pomeriggio di ieri i carabinieri con i megafoni hanno battuto vie e sentieri delle isole, il parroco di Stromboli ha suonato le campane. Le popolazioni dell'isola e quelle di Panarea e Lipari sono state invitate ad allontanarsi dalla costa.
Esplosioni e lapilli hanno accompagnato per tutta la notte l'incandescente discesa della lava, mentre piccoli crolli del costone vulcanico seguono il cammino della lava verso il mare dove si raffredda, consolidandosi. Per tutta la notte gli abitanti dell'isola delle Eolie, hanno sentito la voce del vulcano esplodere, strepitare e rimbrottare.

Il piano di emergenza è scattato in via precauzionale. Per gli abitanti dell'isola il piano d'emergenza non rappresenta però una novità in quanto sono state svolte diverse esercitazioni proprio per far sì che la popolazione sapesse cosa fare in caso di necessità. L'eruzione, secondo gli esperti, non costituisce per adesso un pericolo né per i centri abitati né per le persone. Sul posto sono già operativi i sistemi di rilevamento dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e della Protezione Civile, il cui dipartimento nazionale il 19 aprile del 2005 organizzò una simulazione di una ripresa eruttiva dello Stromboli, che ieri è stata ripetuta ma per un'emergenza vera. Nell'isola è presente un Centro operativo permanente della Protezione civile, e il personale già da ieri pomeriggio è stato potenziato, ma soltanto, tengono a sottolinearlo, a scopo precauzionale.

''A Stromboli la situazione è sotto controllo, la gente è serena e vive tutto con grande tranquillità''. Così Mario Bruno, il sindaco di Lipari (da cui dipende amministrativamente Stromboli) descrive lo stato d'animo dei suoi concittadini dopo l'avvio della nuova fase eruttiva nella Sciara di fuoco sottolineando che ''non c'è alcuna paura né ci sono state scene di panico''. ''A Stromboli - osserva il sindaco - sono abituati, preparati a quanto è accaduto. Quando è scattato l'allarme gli abitanti sono saliti oltre la linea che delimita i 10 metri dalla costa per sicurezza. Lo hanno fatto con grande calma. Non c'è stata alcuna preoccupazione perché la zona è perfettamente monitorata dalla Protezione civile e sappiano cosa fare''.

Ieri, sempre a scopo precauzionale, due petroliere sono state fatte allontanare dagli ormeggi a Milazzo, mentre due traghetti sono stati dirottati al largo di Stromboli per intervenire in caso di necessità. Stamane è stata data via libera ai collegamenti con le altre isole dell'Arcipelago e con il porto di Milazzo da dove sono già partiti questa mattina presto i traghetti che collegano la Sicilia alle Eolie.
''Mi sembra che non ci siano problemi particolari, la situazione è tranquilla e c'è una normale evoluzione dei fenomeni''
. Così il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, ha descritto la situazione al termine di un primo sopralluogo effettuato in elicottero. ''Abbiamo visto le bocche - ha detto - a circa 500 metri di altezza, da cui scende una lava molto fluida che va verso il mare. Tutta l'attività del vulcano viene monitorata costantemente''. Bertolaso, assieme a Enzo Boschi, presidente dell'Ingv e il vulcanologo Franco Barberi, avrà oggi un briefing con i tecnici presenti sull'isola. C'è infatti da capire il comportamento dei crateri principali che al momento non sono in attività.

Quello che, comunque, si teme è che una possibile frana di una parete del vulcano posso provocare un'onda anomala com'è capitato cinque anni fa.  Il 30 dicembre del 2002 si verificò il crollo in mare di un gigantesco costone di pietra lavica che causò due grandi onde anomale a distanza di pochi secondi l'una, responsabili di alcuni feriti e di ingenti danni sulle Isole Eolie. Il ricordo di quella notte è infatti ancora nitido nella memoria della gente che abita a Stromboli. Quella sera crollarono nel mare ''almeno 40-50 milioni di metri cubi di roccia lavica''. Secondo recenti calcoli di Enzo Boschi ''solo 10 milioni di metri cubi (l'equivalente di un palazzo di 30 piani) scivolarono dalla Sciara del Fuoco mentre il resto sarebbe franato nei fondali del vulcano''.
Al momento, tuttavia, ''non ci sono indicazioni di grandi frane che potrebbero dare eventualmente origine a maremoti'', ha informato Boschi, rassicurando circa il fenomeno di aumento dell'attività esplosiva del vulcano. Comunque, nell'eventualità che qualche frana si verificasse si tratterebbe di fenomeni di portata inferiore a quelli che si verificarono nel dicembre del 2002.
Lo Stromboli, ha spiegato ancora Boschi, ''è un vulcano sempre in attività e periodicamente si presentano fenomeni di questo tipo. Tuttavia - ha precisato il presidente dell'Ingv - possono verificarsi colate ed eruzioni anche senza che si verifichino delle frane di grande entità, che sono causa di eventuali maremoti''. Naturalmente, in queste situazioni, ha proseguito l'esperto, ''l'allarme scatta automaticamente e la popolazione è avvertita. Il fenomeno è sotto monitoraggio - ha concluso - e sono state prese tutte le misure perché la popolazione sia in sicurezza''.
Proprio in questi giorni, i tecnici del Laboratorio di ricerca del Dipartimento di ingegneria delle acqua del politecnico di Bari hanno ripetuto in vasca il fenomeno accaduto a Stromboli nel 2002, per capire ciò che avvenne nell'isola. Si è cercato in particolare di studiare la dinamica dei sistemi di onde che si originano in caso di frane che precipitano in mare. È stata riprodotta Stromboli in scala, mentre speciali sonde sono state usate per misurare la risalita delle onde sulla spiaggia e per misurare i livelli medi e le ondulazioni causate dalla frana. Inoltre si è misurata la velocità di caduta della massa franosa. I dati ottenuti dall'esperimento contribuiranno a mettere a punto un sistema di allarme per eventuali maremoti che dovessero interessare i mari italiani.

Lo Stromboli
Lo Stromboli è venticinque volte più grande di quanto si veda. La parte che emerge, con le sue cime gemelle a 927 metri sopra il livello del mare, rappresenta solo una piccola parte dei tremila metri di altezza del maestoso vulcano.
L'isola di Stromboli nasconde la sovrapposizione di più vulcani che possono essere riconosciuti osservando i resti delle loro forme e dei loro prodotti, sia lavici sia esplosivi. Dai tempi più remoti della sua emersione dalle acque del Tirreno fino a oggi, l'isola mostra la sua storia di violente esplosioni e di tranquille ma inarrestabili colate laviche, di crolli e rapide ricostruzioni, in un avvicendamento di eventi che è, per i vulcanologi, materia di studio.
Paesaggio selvaggio, assenza quasi totale di strade, sbuffi di fuoco e lapilli, hanno fatto dell'isola il set naturale del film ''Stromboli, terra di Dio''. Film in cui Roberto Rossellini, con Ingrid Bergman, raccontò, nel 1950, le difficoltà di vivere in una terra così aspra.

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28 febbraio 2007
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