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Sui danni provocati dalla Italcementi di Isola delle Femmine (PA)

18 ottobre 2005

Presentazione di un ulteriore interrogazione da parte dell'onorevole Ermete Realacci del gruppo parlamentare della Margherita (presidente onorario di Legambiente) sulla presenza Italcementi  a Raffo Rosso.
L'iniziativa fa seguito ad analoghe prese di posizione di parlamentari nazionali ed europei dei  Verdi, DS e di Rifondazione (Frassoni, Cento, Zanella, Bandoli, Vigli, Russo Spena).

Interrogazione

Al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio

Per sapere, premesso che:
- nel territorio della provincia di Palermo, sono presenti alcuni degli impianti della Società ''Italcementi s.p.a''. Lo stabilimento è localizzato nel comune di Isola delle Femmine, mentre le connesse attività estrattive sono una a Piano Dell'Aia-Rocche di Raffo Rosso, comune di Palermo e l'altra nella contrada Manostalla nel comune di Torretta;
- l'impianto cementiero dell'Isola delle Femmine è localizzato in un area limitrofa a numerosi Siti di Importanza Comunitaria individuati ai sensi della Direttiva CEE ''Habitat'' recepita in Italia  con D.P.R. n. 357 del 8/9/1997;
- le aree di protezione ambientale di tale territorio sono: (codice sito Natura 2000 SIC ITA020023) Raffo Rosso, M. Cuccio e Vallone Sagana, (SIC ITA020047 ) Fondali di Isola delle Femmine - Capo Gallo, (SIC ITA020005) Isola delle Femmine,R.N.O. Isola delle Femmine;
- l'attività estrattiva del calcare  è ora concentrata esclusivamente nell'area SIC ITA 20023 Raffo Rosso dove insistono habitat prioritari. In tale area gli impianti della cementeria di Isola delle Femmine secondo il registro europeo delle emissioni inquinanti (EPER) emettono, Carbon monoxide, Carbon dioxide, Nitrogen oxides, Sulphur oxides, articolato e Polveri sottili;
- le attività della cementiera sembrerebbe che stiano contribuendo al ripetersi di fenomeni frequenti e diffusi di inquinamento atmosferico e di inquinamento acustico, con grave danno per la popolazione residente e per le attività turistiche;
- lo scarso coinvolgimento degli enti locali nel monitoraggio degli inquinanti, nella zonizzazione acustica delle aree limitrofe agli impianti, nell'autorizzazione dei combustibili, nelle procedure di agenda 21; il rischio di apporti nocivi alla falda idrica ed alle acque della area marina protetta;
- tali produzioni determinano ancora oggi, dopo diversi anni, allarme nelle popolazioni e nelle associazioni ambientaliste, che, insieme, si sono opposti alla emissioni inquinanti per i prevedibili danni ambientali ed economici che ne deriverebbero e per i connessi rischi per la salute pubblica e per i fattori di nocività cui sono esposti gli stessi dipendenti;
- tali preoccupazioni e allarmi anche sono oggetto di attenzione delle forze dell'ordine e della magistratura.

Si chiede pertanto al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio di conoscere:

-
quali verifiche intenda avviare per valutare se il progetto rispetti la normativa comunitaria, in particolare per quanto riguarda la tutela degli habitat delle aree SIC interessati;
- quali iniziative intenda adottare per evitare i danni alla salute, all'ambiente e allo sviluppo economico dell'intera area, vocata al turismo di qualità, che sarebbero causati dalla attività estrattiva e di produzione del cemento;
- quali interventi di recupero ambientale e rinaturalizzazione siano praticabili al fine di salvaguardare l'ambiente nel rispetto dei livelli occupazionali e del diritto alla salute degli addetti alla produzione
- se siano stati stanziati fondi dell'Unione Europea per la realizzazione degli impianti Italcementi.

Rete Lilliput Isola delle Femmine

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18 ottobre 2005
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