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''Catania analfabeta? Una bufala!'' Il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini contro la ricerca ''La Croce del Sud''

16 novembre 2005

La recentissima ricerca ''La Croce del Sud - arretratezza e squilibri educativi nell'Italia di oggi'', condotta da Saverio Avveduto e pubblicata dall'Università di Castel Sant'Angelo dell'Unla (Unione nazionale per la lotta contro l'analfabetismo), dedicata all'analisi del sistema scuola-società nell'Italia dei nostri giorni, non è per niente piaciuta ai vertici dell'amministrazione comunale di Catania.
I dati, sinceramente allarmanti, parlano di sei milioni di italiani analfabeti, la maggior parte dei quali individuabile nel Sud. Inoltre, sempre dalla ricerca, emerge che per quanto riguarda la distribuzione degli analfabeti nei grandi Comuni (oltre 250mila abitanti), risulta essere Catania la città più ''illettarata'' dell'Intera nazione. (leggi)  

Dati che hanno fatto infuriare il Sindaco e l'Assessore alla Aultura del capoluogo etneo, che sono prontamente intervenuti con una lettera (sarcastica e risentita) spedita agli organi di stampa e che di seguito andiamo a pubblicare...

Catania analfabeta? Una bufala!
''Ancora una volta una bufala di dimensioni colossali rivela lo spirito rancoroso di alcuni ormai noti esponenti della opposizione. Il presidente dalla arcinota (solo per pochi) Università di Castel S. Angelo l'ha sparata certamente grossa annunciando che in Italia esistono 6 milioni di analfabeti. Poche ore dopo l'Istat, forse leggermente più nota dell'Università presieduta da Saverio Avveduto, che farebbe bene ad attenersi al suo cognome, seccamente smentisce e dichiara che gli analfabeti italiani sono almeno dieci volte di meno, non 6 milioni ma 780 mila.
Quanto valga alla luce di tutto ciò il ruolo attribuito a Catania possiamo comprenderlo tutti. Tutti ad accezione dei noti menagramo che già gioivano per questo dato negativo. Ma caro onorevole Burtone (assesore regionale della Margherita, ndr), non le ha mai sfiorato il cervello l'idea che, anche se fosse stato vero quanto affermato dall'Università di Castel S. Angelo, è chiaro anche a chi è realmente analfabeta che questa valutazione, effettuata sui dati del Censimento 2001, si riferisce ovviamente a individui adulti e quindi la loro mancanza di formazione e la loro debolezza sociale è espressione di responsabilità che risalgono sicuramente ad anni lontani da noi e quindi di sudamericano c'è soltanto il baffo che, dopo il comunicato dell'Istat, dovrebbe essere giustamente calato. Al contrario, un minimo di logica, spogliata dalla volontà di far male a tutti i costi, avrebbe dovuto indurre gli esegeti dell'analfabetismo catanese a controllare l'unico metro vero che ci può dare l'idea di quanto faccia l'amministrazione comunale per l'istruzione dei nostri ragazzi: gli indici di abbandono e di dispersione scolastica forniti dal Csa (l'ex Provveditorato). Nell'anno scolastico 2004-2005 su una popolazione di 29.346 alunni di tutte le scuole elementari e medie di Catania (pubbliche e paritarie) si è registrato l'abbandono da parte di 77 unità (pari allo 0,4%) e di abbandono di 106 (pari allo 0,25%). Se si guarda poi al settore degli studi di livello più elevato ci si rende conto che il capoluogo etneo è uno dei più significativi poli studenteschi del Meridione e d'Italia con una delle più importanti Università, nella quale sono presenti quasi tutte le Facoltà, e inoltre la Scuola di Eccellenza, l'Accademia di Belle Arti, il Liceo Artistico, la Scuola d'Arte, l'Istituto Superiore di Musica, e tutte le altre scuole di ogni ordine e grado che costituiscono una rete diffusa nel territorio capace di generare e diffondere cultura.
Sono questi gli unici dati veri che possono dare il quadro vero sull'analfabetismo di domani mentre quello di oggi deriva dal passato. Ma perché, ci domandiamo, siamo costretti a perdere tempo per inseguire allucinazioni e meschinità, anziché unire il meglio delle nostre forze per fare crescere ancora strutturalmente, culturalmente ed economicamente la nostra Catania?''

Umberto Scapagnini, Sindaco di Catania
Giuseppe Maimone, Assessore alla Cultura

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16 novembre 2005
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