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''Hanno abbandonato Messina a se stessa''. Lo sfogo del vescovo di Messina Giovanni Marra

Le amare considerazioni di mons. Marra sulla sua Città

06 ottobre 2005

Si è sfogato utilizzando parole forti mons. Giovanni Marra, vescovo di Messina, in un intervista rilasciata al Corriere della Sera, nella quale ha parlato della sua città e della classe politica colpevole di aver lasciato andare alla deriva la Città dello Stretto.
''Hanno abbandonato Messina a se stessa. Al degrado. Alla mafia. Due anni e mezzo di abbandono. Non si era mai visto credo, in Italia, un commissariamento così lungo per una città così grande. Mai. Pieno abbandono. E i risultati sono lì, sotto gli occhi di tutti''.
Il vescovo Marra, lascia però anche uno spazio alla speranza: ''Nella lotta alla mafia, non siamo più all'anno zero, c'è più coscienza. Più preoccupazione, ma resta da fare ancora molto. La mafia c'è. E' forte e potente. C'è come la 'ndrangheta. Che si sommano agli altri problemi. Il sottosviluppo. la disoccupazione, il clientelismo, la piccola criminalità. Non ci volevano questi anni di abbandono''.

Messina, sostiene ancora mons. Marra, ''non merita questo degrado della politica. E mi riferisco a tutti. Perché se tutte le forze fossero state concordi...''.
Poi più in generale: ''penso che la Sicilia potrebbe esprimere una classe dirigente di gran lunga superiore''. Ma ''i partiti danno spazio e puntano su uomini piccoli. E quelli validi restano fuori. Eppure ci sarebbero, le figure... le intelligenze... In una realtà come questa, i partiti dovrebbero fare un passo indietro per lasciare spazio ad un governo di salute pubblica. Ma non cedono, non cedono''.
Marra non ha poi rinunciato a fare riferimento anche al Ponte sullo Stretto: ''può essere una grande risorsa. Portare lavoro per anni. Rimettere in movimento tutto. Spingere alla rinascita purché non sia un ponte nel deserto...''.
Infine anche un appunto a chi fino ad oggi non ha fatto abbastanza contro il malaffare, la criminalità organizzata, la mentalità mafiosa. E un'autocritica: ''Io per primo: avrei dovuto parlare con voce più forte''.

''Ringraziamo monsignor Giovanni Marra per aver dato voce al bisogno di cambiare di Messina e di tanti messinesi''. Così Paolo Mezzio e Maurizio Bernava, segretari della Cisl Sicilia e del sindacato peloritano, commentano le dichiarazioni del vescovo di Messina apparse sul Corriere della Sera. ''Quelle del presule - affermano i due esponenti sindacali - sono positive sollecitazioni alla città'' in cui a novembre si vota dopo due anni di commissariamento. Una città che vive ''in bilico tra rassegnazione al declino e necessità di voltare pagina. E che tutte le classifiche danno agli ultimi posti per qualità della vita''. La denuncia di monsignor Marra, ha continuato Mezzio e Bernava, non è ''solitaria''. Sua eminenza ha dato espressione alle intelligenze, alle sensibilità, alle tante risorse presenti a Messina, e che a volte avvertono ''impotenza di fronte al degrado''. Quanto al ponte sullo Stretto, ''la Cisl condivide pienamente'' la posizione del vescovo, che si è detto favorevole al collegamento stabile purché non si tratti di una 'cattedrale nel deserto'. ''E' una posizione - osservano Mezzio e Bernava - che apprezziamo per concretezza, equilibrio, senso di responsabilità''.

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06 ottobre 2005
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