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''Se l'acqua non è potabile i cittadini devono pagare tariffe ridotte''. Inizia il lavoro del sindaco di Gela

01 giugno 2007

Il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, ha chiesto all'Agenzia regionale rifiuti e acque di convocare con urgenza, a Palermo, una conferenza di servizi con altri sette enti per affrontare la questione della potabilità e del prezzo equo del servizio idrico di Gela.

Il sindaco Crocetta ritiene che i gelesi ''non possano pagare la normale tariffa di consumo perché l'acqua, proveniente dal dissalatore, è stata dichiarata ripetutamente non potabile (sulla base dei risultati delle analisi di laboratorio, sin dal giugno del 2003); e ancora perché i Nas dei carabinieri hanno imposto agli esercizi pubblici l'uso di appositi potabilizzatori''.
Il giudice di pace, inoltre, sin dal 2005 ha riconosciuto ad alcuni cittadini, che avevano citato l'Eas (Ente acquedotti siciliani) in giudizio, il diritto a pagare il 50% del canone e dei consumi riportati nelle bollette idriche. Anche martedì scorso Crocetta ha diffidato il nuovo gestore degli acquedotti del Nisseno, Caltaqua, perché ritirasse le bollette del primo trimestre 2007 che erano state inviate agli utenti di Gela applicando il prezzo pieno, malgrado fosse stato giudicato iniquo dalla magistratura.

Rosario Crocetta, torna poi sulle zone franche, accusando il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, di mantenere un atteggiamento politico di discriminazione nei confronti della città. Il riferimento è alle decisioni della giunta regionale di governo che avrebbe fatto scivolare Gela al quarto posto tra le città pretendenti alla titolarità di ''zona franca'', non solo dopo Palermo e Catania, ma anche dopo Priolo (SR).
In una ''lettera aperta'' inviata a Cuffaro e per conoscenza al presidente del consiglio, Romano Prodi, Crocetta dice anche: ''Signor presidente i cittadini mi hanno dato un ampio consenso che io vorrei utilizzare per un sano dialogo istituzionale. Non mi costringa, però, a dover organizzare le manifestazioni dei cittadini di Gela a Palermo, per rivendicare i diritti di un territorio massacrato e dall'impedito suo riscatto''.

Fonte: La Sicilia

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01 giugno 2007
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