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''Sporcizie nostre''. A Catania locali chiusi e gestori denunciati per carenze igieniche

I risultati di un anno di controlli a tappeto dell'Unità operativa di igiene pubblica del capoluogo etneo

04 settembre 2004

Siciliani buon gustai? Senza ombra di dubbio! La cucina siciliana fra le più apprezzate d'Italia? Sicuro!
Ma non si può certo parlare di eccellenza quando si comincia a trattare dell'igiene presente nei locali pubblici. Un fatto che sicuramente non riguarda solamente la Sicilia, ma in questa circostanza vogliamo parlare, nostro malgrado, delle ''sporcizie nostre''.
Dieci esercizi commerciali sono stati chiusi a Catania per carenze igieniche e trenta titolari di locali pubblici denunciati all'autorità giudiziaria. E' il risultato di una vasta operazione di controllo condotta, nel corso dell'anno e in particolare nei mesi estivi, dall'Unità operativa di igiene pubblica di Catania. Nel capoluogo etneo, su circa 1.600 esercizi aventi regolare licenza commerciale, sono state effettuate 960 ispezioni igienico-sanitarie.

E giusto ieri sono stati presentati dal responsabile del Settore Igiene Pubblica dell'Azienda USL 3, dott. Domenico Barbagallo, i dati riferiti all'attività espletata dalla Unità Operativa Interdistrettuale di Igiene Pubblica di Catania.
I dati emersi sono rilevanti. Nel corso dei controlli, i tecnici della prevenzione della Ausl (Ispettori di Igiene) hanno elevato 304 verbali di infrazione alla normativa di cui: 110 a ristoranti e pizzerie, 70 a bar e laboratori di pasticceria, 32 a supermercati ed alimentari, 28 a panifici, 22 a comunità alloggio, 14 a stabilimenti balneari. La gran parte delle infrazioni rilevate dagli ispettori hanno riguardato la carenza di pulizia nei locali di produzione e vendita, mentre i campioni di prodotti alimentari prelevati (151 in totale) sono stati inviati al laboratorio di Igiene e Profilassi dell'Azienda per i relativi esami.

Da segnalare, ancora, il sequestro amministrativo disposto ai sensi dell’art. 13 della legge 689/81 per 10 attività commerciali e le 30 denunce all’autorità giudiziaria, scattate, ai sensi dell’art. 650 del codice penale, per inottemperanza ad ordinanza sindacale di adeguamento degli esercizi commerciali alle prescrizioni sanitarie disposte degli ispettori di igiene a seguito di verifica.

Il Direttore Generale, dott. Giorgio Ragona, ha manifestato il proprio apprezzamento per l’opera svolta, alla luce dei risultati raggiunti che mostrano una diminuzione  di circa il 20% del numero di infrazioni riscontrate durante le ispezioni rispetto a quelle effettuate negli anni precedenti. "Questo dato - ha rilevato il dott. Ragona - è da ascriversi ad una maggiore tendenza dei gestori ad offrire prodotti di qualità in ambienti igienicamente sani, stimolata ed accresciuta dall'opera svolta dai funzionari del Settore Igiene Pubblica, attività che non deve essere vista come semplicemente repressiva, ma inquadrata in una logica di prevenzione e di educazione igienico-sanitaria".

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04 settembre 2004
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