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Il fratello delle aquile, Angelo D'Arrigo, e la sua nuova, estrema impresa con il deltaplano

Sopra le Ande volando come i condor

10 dicembre 2005

«Volerò come i condor sopra le Ande»
di Angelo D'Arrigo (Corriere.it)
 
Volerò come i condor sulle vette delle Ande. Per affrontare l' impresa ho condotto una ricerca aerodinamica studiando e riproducendo l'ala di questi stupendi animali. Ma nello stesso tempo effettuerò una ricerca etologica cercando di reintrodurre in natura una coppia di condor nata in cattività.
Oggi (martedì 6 dicembre, ndr) parto dall'Italia per dare avvio alla prima delle due fasi dell'operazione battezzata ''Aconcagua Flight Xplorer 05'' che mi consentirà di collaudare l'ala sulla vetta della Cordigliera Andina al confine tra Cile ed Argentina emulando, appunto per la prima volta il volo del condor.
Nella seconda fase, invece, prevista nei prossimi mesi estivi volerò sul Machu Picchu assieme ai due condor che ho allevato io stesso liberandoli nel loro cielo.

L'idea dell'impresa che mi consentirà di tentare il record del mondo di altitudine, è nata dalla segnalazione di alcuni piloti di linea che avevano visto volare alcuni condor sulle rotte andine. Al progetto hanno collaborato per l'aerodinamica e la realizzazione dell'ala che riproduce molti aspetti di quella dei volatili che emulerò, l'ingegner Nevio Di Giusto del Centro Ricerche Fiat - Elasis e per l'etologia il professor Danilo Mainardi dell'Università di Venezia.
Per potere raggiungere l'obiettivo ho dovuto affrontare una dura preparazione psicofisica essenziale al fine di resistere e sopravvivere alle difficili condizioni ambientali che incontrerò volando a 10 mila metri d'altezza: 50-60 gradi sottozero, scarsità d'ossigeno, forti turbolenze e una pressione atmosferica ridotta del 75 per cento.

In questo, come per il mio sorvolo dell'Everest dell'anno scorso, sono stato aiutato dai medici del Centro Sperimentale Volo dell'Aeronautica Militare Italiana. Inoltre ogni giorno, negli ultimi mesi, ho affrontato una corsa quotidiana di 12 km sull'Etna a quota 3.000 metri respirando in maschera con controllo dell'erogazione dell'ossigeno simulando i 7.000 metri di altezza. Inoltre si è aggiunta una preparazione psicologica per affrontare la tensione e la paura. Ciò ha incluso meditazione e tecniche yoga indispensabili al mantenimento delle facoltà mentali. Per riuscire in questo primo volo che durerà quattro ore dovrò, infine, ''surfare'' una gigantesca onda meteorologica che si viene a creare grazie ai venti dell'Oceano Pacifico che si scontrano con le pareti della ''Sentinella di Pietra'', come definivano questa montagna sacra gli Incas.

- Il sito di Angelo D'Arrigo

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10 dicembre 2005
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