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Kerry o Bush?

Elezioni americane, coinvolgimento mondiale. Domani, se tutto va bene, il mondo saprà, chi terrà le fila del governo americano

02 novembre 2004

Una campagna elettorale infinita. Mesi e mesi di convention, motti, slogan, volantini, bandierine, adesivi, clips, concerti, filmati e chi più ne ha più ne metta. Oggi, se tutto va bene, l'America deciderà chi dovrà governarla almeno per i prossimi quattro anni.
Verrà rieletto il presidente della "guerra preventiva" George W. Bush, o il veterano poliglotta con le iniziali celebri J.F.Kerry?
Siamo tutti in attesa, perché l'elezione del presidente americano coinvolge, come sempre è stato, ma forse mai come oggi, l'intero globo e in tutte le nazioni ci saranno ripercussioni, sia che venga riconfermato il partito repubblicano sia che venga dato il potere al partito democratico.

E il testa a testa fra i due candidati aumenta la fibrillazione, la tensione e la preoccupazione. 
Fino alla fine Bush e Kerry hanno passato al setaccio gli ultimi stati chiave (quelli che vengono choamati in gergo gli "stati ballerini"), per convincerli e assicurarsi i voti elettorali necessari per vincere.
I due contendenti hanno consolidato le loro basi, Bush ha dalla sua gli investitori, i repubblicani, i cristiani, gli uomini e le persone sposate. Kerry ha un solido vantaggio tra i giovani, gli afroamericani, gli ispanici, i democratici, le donne, i sindacalisti e i single.
Questi sono i risultati dei sondaggi di massima, fonti diverse che vorrebbero dare una forma a tutto quello che è successo nei lunghi mesi passati e qual'è il risultato raggiunto allo scoccare del fatidico giorno.
L'unico vero risultato sono le poche certezze degli analisti.

Ancora oggi centinaia di migliaia di volontari bussano a milioni di porte per ricordare agli americani di votare, colonne di autobus portano anziani e poveri ai seggi, le tv bombardano le case di spot elettorali e i telefoni squillano senza interruzione.
Una mobilitazione senza precedenti di votanti, almeno 121 milioni di persone, il 60 per cento degli aventi diritto, 6 per cento in più del 2000.
Nella sola Florida, lo Stato più indeciso tra i due candidati, che quattro anni fa dette la presidenza a Bush per 537 voti, riferisce il Wall Street Journal , ben 17 mila repubblicani si sono presentati a 800 mila porte, mentre i computer facevano 1 milione e 200 mila telefonate.
E con tutto ciò sarà difficile dire quale "effettivo effetto" ha avuto, ha e avrà tutto, se non alla fine dello spoglio dell'ultima scheda elettorale. In america tra le 19,30 e le 20,30 di stasera, tra l'1,30 e le 2,30 di domattina in Italia

Fino all'ultimo respiro.

Nella vecchia Europa, alleata, ostile, pro, contro, amica, nemica della giovane America, i sondaggi, le scommesse e le speranza, mai prima di questo 2004 sono stati tanto presenti. La guerra in Iraq, gli attacchi terroristici, il caro petrolio e tutto il resto, hanno fatto sì che in molti pensassero fosse giusto che la decisione delle elezioni americane coinvolgesse pure l'Europa, un voto mondiale per decidere chi deve governare in America, visto che l'America governa tutti.
L'artista newyorkese Michael Rakowitz, alla luce di questa volontà, sicuramente nuova, ha deciso quindi di mettere in piedi un'operazione chiamata Test Ballot, e di portare in Europa dieci macchinette elettorali Votomatic (quelle usate nelle elezioni presidenziali in Florida nel 2000, con lo strascico di polemiche che ne seguì), che sono state installate a Innsbruck, Lubiana, Milano e altre città.
I cittadini europei che lo desiderano potranno perciò votare per il presidente Usa in contemporanea con quelli statunitensi.
A Milano il seggio è stato installato presso la galleria O'artoteca, e verrà aperto oggi alle ore 14,00. Le operazioni di voto si chiuderanno alle ore 3 del 3 novembre. Le schede verranno poi scrutinate e i risultati comunicati a Innsbruck, sede del coordinamento europeo dell'operazione Test Ballot.
In questa maniera si potrà sapere chi l'Europa, vorrebbe che governasse l'America, ma purtroppo la realtà non sarà da questo decisa.

- Dal Corriere della Sera qualche curiosità sulle Elezioni Americane

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02 novembre 2004
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