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L'assurda e insormontabile crisi idrica di Enna e provincia. Aperta un'inchiesta della Procura

10 febbraio 2006

La problematica situazione idrica ad Enna e negli altri 4 comuni della provincia, Valguarnera, Aidone, Piazza Armerina e Calascibetta, tornerà alla normalità già domenica prossima, grazie alla costruzione di un by pass volante. Tale decisione è stata presa al termine della riunione dell'unità di crisi convocata due giorni fa dal prefetto Carmela Elda Floreno.
Una nuova frana in contrada Girgia, dove dal 10 dicembre ad oggi si sono verificati almeno 15 guasti, ha compromesso il lavoro fatto dagli operai di ''Sicilia Acque'' che da giorni cercavano di far ripartire la condotta.
Il presidente della provincia Cataldo Salerno ha presentato un esposto denuncia alla procura della Repubblica.
Anche la Procura della Repubblica di Enna ha aperto un'inchiesta sui problemi all'erogazione di acqua che si è verificata nel capoluogo e nei quattro comuni.
Intanto le scuole in questi ''giorni di secca'' sono rimaste chiuse, mentre gli enti pubblici verranno riforniti con autobotti. Il prefetto e il sindaco di Enna, Rino Agnello, hanno invitato i cittadini a non acquistare l'acqua da chi la rivende in proprio.

Legambiente sulla grave crisi idrica
Il prof. Giuseppe Maria Amato, responsabile di Legambiente circolo Erei di Enna, sulla grave crisi idrica della provincia di Enna.

''Finalmente si coglie nel segno, avevamo bisogno di queste contemporanee crisi, per portare finalmente la politica locale a criticare una gestione delle acque che Legambiente critica aspramente da tempo. Fare da Cassandre non ci è mai piaciuto e sinceramente preferiremmo essere stati smentiti ma avere sia le acque potabili che il lago Morello pieno, ma tant'è.
Appare gravissimo lo stato in cui, nonostante un commissariamento durato tre lunghi anni e presieduto direttamente dal Presidente del Governo Siciliano, con i più ampi poteri, versano le condizioni acquedottistiche e dell'uso delle risorse idriche in Sicilia e questo, nonostante le ultime stagioni non certo siccitose.
L'incapacità gestionale, che sarebbe carino far notare soprattutto ai tromboni che in questi stessi giorni suonano la carica delle grandi opere realizzate dai governi di centrodestra, arriva a mettere sotto assedio un intero territorio lasciando senza alcuna risorsa idrica proprio quelle città che cedono quasi ogni litro d'acqua alle altre province. E' questo, per esempio, il caso di Enna che sin dal XIX secolo vede una sua importante sorgente, quella di Castellazzo, essere totalmente dirottata da un acquedotto non di rado perdente, verso Caltanissetta, è pure il caso di Piazza Armerina e di Valguarnera, che pur avendo l'acqua rispettivamente sotto le case, (zona di Bellia) e proprio dietro l'angolo (zona di Piede del Bosco), la vedono partire per Caltagirone o Raddusa.
Ora, nessuno vuole bossianamente pensare ad un uso locale e separato delle risorse, l'acqua, lo ripetiamo, è di tutti, ma sarebbe un diritto fondamentale utilizzare le risorse intanto per la gente che vive vicino alle stesse. Se, piuttosto che roboanti proclami, e, come oggi dicono gli amministratori di Villarosa, lunghi e costosissimi acquedotti, il caro Commissario avesse collegato le tubazioni esistenti, oggi magari potremmo dividerci equamente l'acqua di Castellazzo con Caltanissetta o potremmo utilizzare le acque già invasate nel Ferrara Morello, piuttosto che vederle correre a valle verso Licata proprio mentre i fiumi sono in piena e ogni apporto ulteriore può essere di gravissimo nocumento per chi vive a valle.

Siamo nel caos e non basterà una condotta aerea a Girgia per farcene uscire così come non è bastato il mega acquedotto di Rosamarina-Scillato-Palermo per liberare dalla sete il capoluogo siciliano.Quello che serve e che chiediamo a gran voce intanto come cittadini ennesi e poi come ambientalisti è un nuovo schema acquedottistico ed una nuova cultura delle acque.
Parafrasando i ''contratti'' della filosofia illuminista, abbiamo bisogno di un nuovo contratto tra l'uomo siciliano e le acque dell'isola che devono tornare ad essere non solo risorsa in termini idropotabili ed energetici ma anche luogo della salubrità, del turismo d'ambiente, dei progetti sani e coerenti che tante piccole amministrazioni stanno con pazienza e fatica costruendo nonostante il disarmante ed aggressivo silenzio palermitano.
Se serve, così come è stato per l'autostrada, manifestiamo sulle dighe!!!''

Fonte: ViviEnna.it

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10 febbraio 2006
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