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L'isola dei Grandi Alberghi. ''La cultura costa troppo dismettiamola'' firmato: Marziano

13 novembre 2006

L'espulsione è incominciata negli anni '60 con il piano di ''recupero'' di allora, delle zone degradate di Ortigia, Via Picherali, lungo mare Alfeo, Via della Minerva, Piazzale delle Poste, Mastra Rua,
un affollamento di luoghi di ospitalità turistica: grandi alberghi Delux, per ricchi benestanti, mentre il quartiere si spopola, e nei vicoli di Ortigia regna sovrano l'abbandono.
Cittadini alla ricerca disperata dei servizi pubblici, e turisti di altobordo serviti e riveriti al costo di 400 euro a notte per stanza (servizi esclusi), questa antica città Siracusa, che seppe resistere agli ateniesi e all'assedio dei Romani, cade sconfitta dalla conquista degli speculatori.
Studenti della Facoltà di Architettura, senza aule, in un palleggio di responsabilità tra Comune e rettorato.
E' scuola antica il vedere le ricchezze urbane lasciate al degrado per anni, cedute poi ai ''grandi capitali'' ad un prezzo conveniente, non si sa per chi; con la cacciata degli antichi abitanti.

E' già successo altrove: a Venezia, dove gli abitanti di un tempo vivono oggi in ''lussuose'' case popolari, a Firenze, con i quartieri svuotati e le case affittate ai turisti, è successo a Roma in Trastevere un tempo antico quartiere popolare ed oggi invaso dagli americani, a Campo dei Fiori, e persino nell'antico Ghetto Ebraico dove le grandi immobiliari acquistano le antiche case ed espellono gli abitanti, è successo nei quartieri spagnoli a Napoli ristrutturati, ed oggi preda del ''commercio turistico'' della Camorra.
Ed ora si vuole che succeda anche a Siracusa; dove le Pubbliche amministrazioni, incapaci di conservare e promuovere il pubblico patrimonio e le culture sottostanti, per ragioni oscure, aprono il dibattito sulle cessioni dei beni pubblici, con la scusa che il degrado le ha devastate, e che recuperarle costerebbe troppo.

Ma di chi, se non proprio delle Pubbliche amministrazioni, è la responsabilità di questo devastante degrado, di che è l'onere della corretta gestione, di questo prezioso tesoro, se non proprio dei nostri ''Amministratori'', incapaci a gestire, ma pronti a vendere.
Il Comune, pronto a dimettere il mattatoio, quel luogo stupendo, mai usato a due passi dalla città, critica poi la Provincia che vuole cedere lo storico Carcere Borbonico, ad una grande compagnia alberghiera, un altro luogo stupendo, che le amministrazioni, che si sono succedute, di destra come quelle di sinistra, hanno abbandonato.
Dice il Comune di Siracusa parole confuse, a proposito del mattatoio e della antica Tonnara.
Dice il Sindaco a proposito delle aule per gli studenti, nella Caserma Abela: colpa del Rettorato.
Dice il Presidente della Provincia di Siracusa, ''non ci sono i soldi per un recupero''.
Ma intanto in altri luoghi, in altre città, i soldi per il recupero dei centri storici, si sono trovati. Fondi Statali, regionali ed europei, stanziati per la riqualificazione, erano pronti, già esigibili, bastava saperli cercare e poi destinare alla loro funzione.

E' così ad esempio che il Comune di Roma assieme a quello di Formello hanno creato un luogo stupendo: il Parco di Veio, su un territorio che abbraccia tutti gli antichi domini della città Etrusca di Veio e hanno recuperato l'antico ''Palazzo Chigi'' di Formello dedicando la costruzione recuperata a luogo di mostre, e convegni in un continuo lavoro di ricerca e di valorizzazione.
Se le nostre amministrazioni Comune e Provincia avessero la volontà, riuscirebbero a trovare le risorse, e riuscirebbero a restituire alla città le ricchezze tra cui viviamo, senza ''svenderle''.

Fonte: ConsorziodelleArti

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13 novembre 2006
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