La fierezza ucraina alla Fiera Mediterranea del Cavallo
Galiya Khamatshina in gara al concorso di Arte Equestre che si tenuto a Catania
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È di Kiev Galiya Khamatshina, tre anni fa ha trovato l'amore a Valledolmo, vicino Palermo e da tre mesi, come tutti gli ucraini e le persone che sono in guerra, vive da lontano l'orrore che i suoi conterranei stanno subendo.
Arrivata in Italia nel 2009 per lavoro conosce Maicol - giovane cavaliere siciliano e oggi suo compagno di vita - e lo segue a Valledomo. La passione per i cavalli è ciò che li unisce.
È proprio il suo cavallo, Jaka, ad averle dato la forza in questi tre mesi. "Nel momento più difficile, all'inizio della guerra, ero completamente bloccata dalla preoccupazione. - racconta Galiya - Non riuscivo più ad andare a cavallo, dipingere o soltanto uscire di casa. Dopo tre settimane, ho forzato me stessa e solo dopo essere salita in sella al galoppo nella natura ho ritrovato le forze per vivere di nuovo".
Ora anche i genitori di Galiya sono a Valledomo, ma non è stato facile convincerli: "Fortunatamente quando la situazione è diventata più critica sono riuscita a convincerli a prendere il treno che li ha portati al confine con l'Ungheria; lì i miei amici mi hanno fatto un regalo grande e sono andati a prenderli con un camper perché mia mamma non stava molto bene e sono venuti qui in Sicilia".
Al concorso di Arte Equestre della Fiera Mediterranea del Cavallo, che si è concluso a Catania ieri, domenica 22 maggio, Galiya, che ha vinto il primo premio, ha portato tutta la fierezza ucraina con un numero commovente basato su emozioni, costumi e musiche del suo paese natale. "Questa esibizione è dedicata a tutti i cavalli morti sotto i bombardamenti e a tutti quelli che invece sono sopravvissuti ai loro proprietari. A tutto il popolo ucraino e chiunque si trovi in una situazione di guerra".
Impossibile non pensare a chi è impegnato a difendere il proprio paese. "Se fossi stata in Ucraina, anche io sarei rimasta a combattere, molti miei amici lo fanno. Tutti si sono ritrovati a dover difendere la loro casa, la loro vita, la loro patria". Per Galiya però il concetto di patria è molto più ampio e meno retorico di quanto la cronaca voglia farci credere, "la patria per me non è dove si nasce, la patria è tutto il mondo e come tale va rispettato. Bisogna amarsi e aiutarsi reciprocamente".