Le critiche della Cgil di Enna sul provvedimento di clemenza dell'indulto

Alcuni aspetti connessi al Ddl sull'indulto approvato dal Parlamento sono lesivi dei diritti dei lavoratori. Anche con le aggiunte e le modifiche apportate dall'Aula, che escludono le pene accessorie, il reato di usura, e le pene pecuniare oltre i 10.000 euro, resta invariata la critica della Cgil, in nome della propria rappresentanza sociale e sindacale.
Molti reati contro il lavoro e la sicurezza del lavoro potevano essere esclusi dall'indulto e non lo sono stati, per questa ragione la Cgil ha dissentito e dissente. I reati contro il lavoro, ad esempio il lavoro in nero e la connessa evasione fiscale, vedono ridotte le pene pecuniarie. Uguale destino tocca ai reati connessi alla legge 626, che protegge la salute dei lavoratori, ed anche per questi reati vengono ridotte le pene, sia pecuniarie che detentive, in particolare in caso di patteggiamento.

La Cgil, nella propria autonomia, non può che esprimere la sua critica verso i contenuti del Ddl voluti dalla maggioranza dei due terzi della Camera dei Deputati, che ha scelto l'indulto, che riduce le pene, escludendo giustamente una parte dei reati di grande allarme sociale, ma tralasciando quelli di eguale pericolosità che riguardano la protezione del lavoro e dei lavoratori.
La Cgil nell'apprezzare l'atto di clemenza nei confronti di un cospicuo numero di detenuti, ribadisce che la condizione di vita nelle carceri esigeva ed esige provvedimenti di riforma che prevedano un programma di edilizia carceraria e di vero recupero sociale dei condannati a pene detentive, in modo da migliorare sostanzialmente il regime carcerario sia per i detenuti che per gli operatori del corpo degli agenti di custodia.

Fonte: ViviEnna.it