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Napoli, città antispamming! Dopo il caso dello spam via e-mail, il caso dello spam via sms

Il risarcimento di 1000 euro per merito dello stesso giudice di pace di Napoli

14 luglio 2004

Contro lo spam fioccano le proteste degli utenti, sia di internet che telefonici.
La legge fatica a seguire i reati di tecnologie sempre in evoluzione. A Napoli però la legge sembra al passo coi tempi. La memoria del cellulare è piena, troppi sms ricevuti quasi tutti pubblicitari. Come reagire?
Poco tempo fa un giudice di pace aveva riconosciuto per la prima volta il danno da spamming nelle e-mail, adesso un altro giudice di pace, sempre di Napoli, ha riconosciuto l'illegittimità dello spamming via sms.
Una donna ha fatto causa alla Tim ed è stata risarcita di 1000 euro. 

Nella prima sentenza contro lo spamming via sms la vittima è una studentessa di Giurisprudenza, Alessia Lubrano: "Ricevevo anche 4 o 5 sms al giorno. Chiamavo il call center della Tim per lamentarmi e mi sentivo rispondere che loro erano autorizzati a usare i miei dati personali". Alessia però sapeva che non era così e ha deciso di muoversi.
Per difendersi si è rivolta a un esperto in materia, Angelo Pisani, lo stesso avvocato che ha vinto la prima causa per spamming: "Questa pratica viola il codice di trattamento dei dati personali. Prima abbiamo chiesto al Tribunale un intervento cautelativo per ordinare alla Tim di interrompere l'invio di sms. La conclusione è stata che l'intervento non era urgente come richiesto, ma che la domanda era fondata". Insomma in teoria avevano ragione, ma in pratica la loro richiesta è stata rifiutata. Ma non si sono fermati.

Il passo successivo è stata la causa davanti al giudice di pace. Alessia ha portato come prova sms pubblicitari memorizzati nel cellulare e come testimone il fidanzato "che ha vissuto insieme a me - ricorda la studentessa - questo problema. Non riuscivo a ricevere i suoi sms perché avevo la memoria sempre piena". 
Come nel danno da spamming via email, la sentenza ha condannato la Tim a risarcire la vittima di 1000 euro. Secondo il giudice Aniello Di Noia, gli sms non richiesti e autorizzati "per iscritto e in modo espresso" rappresentano un violazione della privacy e danneggiano la serenità e riservatezza del destinatario.

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14 luglio 2004
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