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Ritratto del Censis alle università siciliane: ''indietro come i gamberi''

28 novembre 2002
Il ritratto dell'Ateneo palermitano che viene fuori dalla 3^ indagine sulle università italiane svolta dal Censis per il quotidiano "Repubblica" è quello di un gambero: ''Un passo avanti e uno indietro''.
Impercettibili avanzamenti che nel complesso, comunque, costringono all’ennesima bocciatura. Anche gli Atenei di Messina e Catania non splendono, e assieme a quello palermitano, vede agli ultimi posti della classifica generale le cittadelle degli studi del Sud.
Finora sono stati resi noti i dati di otto facoltà: Economia, Scienze politiche, Architettura, Ingegneria, Scienze, Statistica, Sociologia e Beni culturali (queste ultime tre non sono presenti a Palermo).

Andando ad osservare più da vicino
Economia. La posizione in classifica è la stessa dell'anno scorso: con una media di 76,6 (su 110) si attesta al 36 posto (su 39), -piazzamento poco lusinghiero-, con una tendenza alla staticità. Il gran numero di studenti lavoratori e fuori corso che affolla la facoltà fa crollare la produttività: non a caso il voto più basso è proprio alla voce «profilo docenti» (66). Anche lo scarso numero di ricercatori contribuisce ad abbassare la media. Voti bassi pure nei rapporti internazionali (68) e nella ricerca (72). Magra consolazione, il voto di 95 nella didattica.

Scienze politiche. Con un voto medio di 75,8 si colloca in fondo alla classifica, anche se rispetto all'anno scorso fa un piccolo passo in avanti: dal 21 al 20 posto. La tendenza, comunque, resta negativa a causa del gran numero di iscritti, di un corpo docente insufficiente e di strutture limitate. I vertici universitari possono frenare gli accessi con i test di ingresso, ma poco sono in grado di fare per reperire le risorse necessarie a uscire da una condizione di atavica precarietà strutturale. Il punto di forza è la didattica (90), mentre gli altri parametri tendono al basso: 76 nel profilo docenti, 72 in rapporti internazionali e produttività; fanalino di coda la ricerca con 69.

Ingegneria. Fa’ un piccolo passo avanti rispetto all'anno scorso (dal 31 al 30 posto) ma un voto medio accettabile: 79,2. Il parametro che ha fatto risalire la facoltà (le università censite sono 36) è la didattica. Palermo, con 104, si piazza al secondo posto assoluto in tutta Italia, preceduta solo da Genova, che centra l'en plein con 110. Le altre valutazioni sono incluse tra il 67 nel profilo docenti e il 76 nella ricerca, passando per il 75 in produttività e il 74 nei rapporti internazionali. In questa classifica Palermo è preceduta da Messina, che è in ventiquattresima posizione, ma è seguita da Catania, solo trentaquattresima.

Architettura. Il voto che scaturisce dalla media dei cinque parametri non è male: 80,6. La facoltà palermitana quest'anno ha abbandonato l'ultima posizione e, scalando tre piazze, si è stabilizzata al 13 posto. Così come accade a Ingegneria, è l'ottima qualità della didattica che tiene a galla la facoltà. In questo parametro Palermo, con 106, si classifica al secondo posto tra tutti gli atenei italiani. Un risultato da rimarcare, tenuto conto dei problemi di strutture che angustiano la facoltà.

Questi gli altri voti: 83 in ricerca, 81 in produttività, 67 nei docenti, 66 in rapporti internazionali.
Scienze. La Sicilia è messa proprio male: Catania ultima, Palermo penultima, Messina quartultima.

Non godono di buona salute le facoltà catanesi e messinesi.
A Catania la sorpresa più vistosa è la vertiginosa caduta di Scienze politiche: dal quarto posto dell'anno scorso al tredicesimo attuale. Regredisce anche Economia (dal 27 al 30), che però precede Palermo di sette incollature, e Scienze, che si colloca all'ultimo posto. Avanza Ingegneria (dal 34 al 30). Immerse nelle sabbie mobili le facoltà messinesi. Se Ingegneria batte Palermo con uno stacco di ben sette posizioni e Scienze politiche con sei, Economia rimane fanalino di coda. Anche Scienze statistiche, unica in Sicilia, è stabile nell'ultima posizione.

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28 novembre 2002
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