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Trafugato dal Munchmuseet di Oslo il dipinto di Edvard Munch ''L'urlo'', icona del '900

L'opera realizzata nel 1893, è divenuto a pieno titolo il simbolo dell'angoscia dell'uomo

23 agosto 2004

Qualcuno potrebbe giurarlo: mentre i rapinatori armati trasportavano in macchina la tela che avevano appena rubato dal Munchmuseet di Oslo, lei, la tela, dalla spavento stava urlando.
Stiamo ovviamente scherzando, ma non è uno scherzo il furto a mano armata avvenuto ieri nel museo dedicato al grande maestro norvegese espressionista Edvard Munch.
Un gruppo di uomini armati hanno infatti rubato dal Munchmuseet di Oslo due dipinti di Munch, fra le quali una delle quattro versioni de "L'urlo".
Il museo ne possiede tre versioni, altre due sono conservate in magazzino. La quarta versione dell'opera, esposta alla Galleria Nazionale di Oslo, era stata rubata il 12 febbraio 1994 mentre si svolgeva la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Lillehammer. Era stata ritrovata intatta tre mesi più tardi. L'altro dipinto rubato è "Madonna".
I malviventi, armati ed incappucciati, come ha spiegato una responsabile della polizia di Oslo, hanno minacciato con un'arma un dipendente e hanno portato via le tele, poi sono fuggiti a bordo di un'automobile nera. Non c'era allarme. "E gli agenti -dice un testimone- "sono arrivati dopo quindici minuti. Sono rimasto stupefatto dal loro comportamento, erano quasi rilassati".

E di tele in tele, e di quadri in quadri, in Italia, e più precisamente a Cosenza,  i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale  hanno bloccato la commercializzazione di quadri falsi attribuiti ai pittori Guttuso, Treccani, Schifano, Turcato, Wharol, Rotella e Bay.
I carabinieri hanno inoltre sequestrato circa 200 firme autentiche del maestro Renato Guttuso pronte ad essere utilizzate illecitamente sul mercato. L'operazione, che ha stroncato sul nascere il commercio illecito di opere d'arte falsamente attribuite ad autori contemporanei, ha interessato diverse regioni italiane ed ha portato a numerosi sequestri anche presso importanti società d'arte.

E appena qualche mese fa i carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Palermo, a conclusione di prolungate e complesse attività investigative finalizzate a debellare il fenomeno del commercio clandestino di opere d'arte, hanno sequestrato un'opera contemporanea raffigurante un "Nudo di donna con calze", realizzata con la tecnica china acquerellata e tempra su carta, firmata Guttuso, ma rivelatasi falsa. L'opera d'arte era stata regolarmente esposta per la vendita da parte di un noto commerciante milanese in occasione della manifestazione Mediarte 2004, svoltasi alla fine dello scorso mese di marzo.
Per stabilire inequivocabilmente la non autenticità dell'opera è stato necessario un accurato esame tecnico da parte di personale dell'Archivio Renato Guttuso di Roma, a seguito del quale è emerso che le sottoscrizioni presenti sull'opera non corrispondevano a quelle che normalmente faceva l'artista. "Si tratta di un fenomeno – ha spiegato il capitano dei carabiniere Giuseppe Marseglia - molto diffuso, soprattutto per quanto riguarda le opere seriali come le litografie. Occorre diffidare da quelli che sembrano affari facili".

6 regole d'oro per un acquisto sicuro
- Innanzitutto un prezzo troppo basso può essere indice di una provenienza sospetta o di dubbia autenticità,
- Occorre rivolgersi soltanto a commercianti autorizzati e muniti di apposita licenza.
- Scelta l'opera, consultare gli archivi dell'autore per verificare la corrispondenza con le quotazioni di massima del mercato.
- Bisogna poi sempre pretendere al momento dell'acquisto il rilascio da parte del venditore di una copia fotografica dell'opera con retroscritta la dichiarazione di autenticità e l'eventuale provenienza.
- Per il pagamento usare i servizi bancari e non in contanti, al fine di avere documentazione della transazione effettuata.
- Per acquistare infine, più grafiche identiche controllare sempre che le firme apposte (spesso a matita) dall'autore, non siano esattamente uguali. Ogni firma infatti si distingue sempre dall'altra per piccoli particolari.

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23 agosto 2004
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