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Una vacanza gratis a Lampedusa? "No grazie"

Un sondaggio della Confesercenti fa arrabbiare gli albergatori di Lampedusa, dove i problemi del settore turistico sono drammatici

27 giugno 2011

Una vacanza gratis a Lampedusa? "No grazie". Lo dicono quasi un italiano su tre (29%) e questo nonostante la crisi che porterà 3 italiani su 10 a restare a casa (nel 2010 erano 2 su 10).
Secondo un sondaggio Confesercenti-Swg sulle tendenze dell’estate 2011, l’emergenza immigrazione sembra pesare sulla stagione turistica dell’isola anche se quasi un italiano su due (49%) a Lampedusa gratis ci andrebbe senza problemi, e il 22% ci andrebbe con qualche preoccupazione.
Il sondaggio non riferisce in quanti ci andrebbero pagando. Stretti dalla crisi economica e dai timori terrorismo, gli italiani che vanno in vacanza continuano ad assottigliarsi. Se nel 2010 erano 39 milioni quest’anno saranno 33,5. Questi resteranno fuori casa in media 12 giorni e spenderanno 823 euro, 233 euro in meno rispetto al 2008. Il 52% resterà in Italia, il 17% sceglierà un Paese dell’Europa mediterranea, il 10% visiterà il nord Europa e il 3% volerà negli Usa. Fra i Paesi dell’Europa mediterranea la Grecia fa un balzo nelle preferenze di 9 punti, passando da 13 al 22%, avvicinandosi alla Spagna che resta la meta preferita dal 25%. Fra le regioni italiane la più gettonata è la Sicilia, seguita da Puglia e Toscana. Il mare continua ad essere il luogo preferito con un 48% di affezionati, seguono città d’arte e montagna.

Preoccupati e anche un po' irritati per il sondaggio Confesercenti-Swg, gli albergatori dell'isola rilanciano: "Siamo disposti a rimborsare i turisti se incontrano per strada un solo migrante", dice Antonino Martello, che presiede il consorzio albergatori. "La situazione - spiega - è persino migliore rispetto agli scorsi anni: adesso, infatti, c'è sempre una nave presente in rada, pronta a salpare con gli extracomunitari poche ore dopo il loro arrivo. L'emergenza dei mesi scorsi è del tutto rientrata e bisogna dare atto al governo di aver messo a punto un sistema che funziona perfettamente".
I dati, però, parlano di un calo del 90% nelle prenotazioni a giugno, rispetto allo stesso mese dello scorso anno; mentre per luglio la diminuzione è dell'80%. "Non c'è alcuna ragione di avere paura - insiste Martello - e questo la stampa dovrebbe evidenziarlo".
Dello stesso parere è la senatrice della Lega Nord Angela Maraventano, vicesindaco di Lampedusa: "La situazione - afferma - è tranquilla. Mi chiedo quali criteri siano stati utilizzati per effettuare questo sondaggio. Ho il sospetto che le agenzie di viaggio, non si capisce sulla base di quali notizie, sconsigliano i loro clienti dal recarsi a Lampedusa. L'isola, dopo i sacrifici affrontati negli scorsi mesi, non merita questo trattamento".

Al di là del sondaggio, il settore turistico nella spendida perla mediterranea sta veramente, e ingiustamente, soffrendo in maniere drammatica. "Quattrocento lavoratori stagionali resteranno a casa. La politica deve fare qualcosa per arginare l’emergenza turismo a Lampedusa". E' un grido d’allarme quello lanciato da Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat Cisl. La Calabro snocciola le cifre, impietose, della crisi: "L’emergenza degli sbarchi clandestini ha messo in ginocchio il settore. La stagione estiva si è ridotta da cinque a tre mesi. I più fortunati potrebbero non riuscire neppure a raggiungere la quota dei 78 giorni lavorativi necessari per fare scattare l’indennità di disoccupazione. Questo significa lacrime e sangue e non solo per il periodo estivo. I meno fortunati, circa quattrocento, sono costretti a fare le valigie per andare a lavorare lontano dalla Sicilia che perde professionalità importanti".
Calabrò prova a fornire alcuni suggerimenti per affrontare l’emergenza: "Bisogna aiutare economicamente i lavoratori del turismo così come è stato programmato, giustamente, per i pescatori e le imprese del settore turistico. Ed ancora, fare di necessità virtù, sfruttando i mesi di stop forzato per dare vita a dei progetti di qualificazione del personale. Un investimento sulle risorse umane da cui l’intero comparto trarrà benefici in futuro. D’altra parte se un recente bando regionale prevede l’erogazione di ingenti somme per migliorare la ricettività è indispensabile adeguare le competenze degli operatore del settore agli standard qualititativi che si intendono raggiungere. Come dire, anche il personale deve essere a cinque stelle". Mimma Calabrò ha infine poposto che venga programmato, a Lampedusa, un incontro con tutti i rappresentanti delle organizzazioni produttive e delle Istituzioni: "Niente chiacchiere, ma un momento di riflessione seria per risolvere i problemi in ballo".

[Informazioni tratte da LiveSicilia.it, Lasiciliaweb.it, Ansa]

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27 giugno 2011
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