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Vive ancora l'Italia che trasformò in mito il Far West degli Stati Uniti d'America

Gli Italiani della ''Gold Rush'', la Corsa all’Oro

21 dicembre 2003
Vive ancora l'Italia che trasformò in un mito l'Ovest degli Stati Uniti d'America. Una ricerca dell'università di Firenze ha scoperto i discendenti di quegli italiani che fecero da protagonisti il Far West. Sono le ultime generazioni dei discendenti di contadini, cow-boy, mercanti, artigiani, fondatori di città-fantasma (le "ghost-town" della corsa all'oro), perfino pistoleri, pionieri del West.
Di questa emigrazione si è parlato nei giorni scorsi a Firenze in un convegno dell'università.
"Ci sono nomi italiani dappertutto, in California, Nevada, Arizona, Oregon, New Mexico e Utah, stati che corrispondono alle tappe di un'emigrazione che seguiva le vie delle miniere d'oro e d'argento secondo lo sviluppo che ebbe dal 1849 in poi la "Gold rush", la corsa all'oro", spiega il professor Alessandro Trojani della facoltà di Scienze politiche di Firenze, coordinatore di uno studio che sta dando i primi risultati.
“È nota l' emigrazione degli italiani in America - prosegue - ma totalmente sconosciuto il contributo dato alla storia del West dai nostri connazionali". Non furono pochi gli italiani del lontano Ovest. "A Nevada City, oggi, - dice il professore - metà popolazione è italiana. Gli abitanti di città come Reno o Dayton sono chiaramente italiani. La storia di contee come la Gold Country e la Mother Lode nella California del Nord è spiegabile solo con la presenza italiana dal 1850 in poi".

Gli italiani della corsa all'oro e della conquista del west non furono né minatori né avventurieri ma si guadagnarono da vivere come artigiani, prestatori di denaro, agricoltori, commercianti. "Erano una specie di supporto logistico di un'emigrazione disgraziata, richiamata dalla Corsa all'oro, ma alla fine ce la fecero", racconta ancora Trojani. I segni di questa storia rimangono nei villaggi dell'ovest, laddove gli italiani patirono un ambiente selvaggio e l'amor di patria.
"A differenza degli emigrati dal Sud Italia, che si fermarono a New York e nella costa Est - spiega - quelli che andarono all'Ovest furono friulani, piemontesi, toscani, liguri, veneti. Avevano due cose in testa: uno spirito imprenditoriale inteso come il voler fare qualcosa a tutti i costi per creare opportunità che in Italia non ebbero. E la patria: molti avevano espatriato dall'Italia pre-unitaria in seguito alle repressioni dei moti carbonari".

Cittadine fantasma sui monti del Nevada, come Skidoo dove fu aperta una "Garibaldi mine" e Bodie, dove la campana della chiesa suonava a morto due volte al giorno per i continui regolamenti di conti, furono edificate e fatte vivere da italiani che sfruttarono il flusso dei cercatori d' oro. Poi anche se le abbandonarono, loro si stabilirono nell'Ovest.
Ora la missione di Trojani e del suo staff è di correre contro il tempo, dietro alla storia. "Ci sono italiani - americani di 80-90 anni che hanno tanto da raccontare e che stanno morendo, ogni giorno cancello un nome - spiega, aggiungendo di aver realizzato finora 100 interviste - ed è gente che ha custodito intatte per decenni le memorie dei loro avi giunti dall' Italia, e bisogna parlarci, andare là, sentire le storie di un museo vivente vero e proprio".

Per i discendenti dei pionieri l'identità italiana è ancora tutto, e tengono robusti concetti apparentemente scontati, come quello di famiglia. "Fra queste generazioni di italiani - continua Trojani -, quando a casa si mette la tovaglia in tavola e si apparecchia per il pranzo o per la cena, questo gesto ha un significato forte di coesione". Anche i dialetti continuano ad essere una lingua viva seppur datata e quelli veneti, liguri e piemontesi risalgono all' Ottocento, dunque appartengono ad un'Italia che non c' è più".
Trojani riferisce di un incontro con un agricoltore, già anziano, che dopo un avvio di conversazione in inglese "ha poi tirato fuori un fiorentino rotondo di fine '800, primi '900 che oggi non si sente più sull'Arno. È stata un' emozione sentirlo parlare". La ricerca è anche on line su Internet all'indirizzo http://www.igrb.net dove c'è un progetto multimediale di un archivio on line fatto in collaborazione col Ministero degli esteri e col Consolato italiano a Los Angeles.

Fonte: Aise

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21 dicembre 2003
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