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''Ai Dico... dico no'' dice il Papa. Intanto dall'Istat ci informano che in Italia, di fatto, sono aumentate le coppie di fatto

13 febbraio 2007

L'offensiva vaticana contro i ''Dico'' (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi) prosegue senza sosta. Ieri è stato il Papa in persona a intervenire: ''Sovvertendo il matrimonio si mette a rischio la società'', ha affermato.
Parole pesantissime, quelle pronunciate da Benedetto XVI, che a suo giudizio, non si devono ''trasformare in diritti'' quelli che sono ''interessi privati, o doveri che stridono con la legge naturale''. ''Un'applicazione molto concreta di questo principio - ha spiegato infatti il Pontefice - si trova se si fa riferimento alla famiglia, cioè all'intima comunione di vita fondata dal Creatore e regolata con leggi proprie. Essa ha la sua stabilità per ordinamento divino. Il bene sia dei coniugi che della società non dipende dall'arbitrio''.
E perciò ''nessuna legge - ha scandito il Papa - può sovvertire la norma del Creatore senza rendere precario il futuro della società con leggi in netto contrasto con il diritto naturale''.

Insomma, la posizione della Chiesa rimane la stessa e i condizionamenti che provoca in più di un partito di maggioranza, e in diverse coscienze aumentano vertiginosamente.
Comunque sia, con o senza ''Dico'', stando ai dati dell'Istat, la famiglia che la Chiesa tanto teme si possa del tutto disgregare, già da un bel po' di tempo fa acqua da tutte le parti.
Infatti, secondo i dati dell'Istituto statistico nazionale aggiornati al 2005 e resi noti ieri: in Italia ci si sposa sempre di meno, un dato in calo dal 1972, sempre più in età matura e si sceglie al contrario di formare la famiglia al di fuori del vincolo del matrimonio.
Sono infatti oltre 500 mila le coppie di fatto, un ''fenomeno in rapida espansione (solo 10 anni fa erano meno della metà), anche se in Italia le libere unioni non sono ancora così frequenti come in altri paesi europei''.
Secondo i dati rilevati presso gli uffici di Stato civile dei Comuni italiani, nel 2005 sono stati celebrati poco più di 250mila matrimoni
Un fenomeno, hanno spiegato dall'Istat, che va interpretato nel quadro più generale delle trasformazioni dei comportamenti familiari, sono infatti sempre più numerose le coppie che scelgono di formare una famiglia al di fuori del vincolo del matrimonio.
  
Emerge inoltre che ''accanto alle convivenze prematrimoniali cresce l'accettazione sociale della convivenza come modalità di formazione della famiglia alternativa al matrimonio. La conferma di questo mutato atteggiamento arriva anche dalle informazioni sulle nascite rilevate dall'Istat, che consentono di monitorare quella che possiamo definire la 'punta dell'iceberg' del fenomeno delle libere unioni, ovvero la frequenza delle coppie di fatto con figli''. ''L'incidenza di bambini nati al di fuori del matrimonio è, attualmente, intorno al 15%, cioè quasi 80mila nati all'anno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa, quando questo valore era pari all'8%''.
Insieme alla diminuzione dei matrimoni si è' rafforzata la tendenza alla posticipazione delle nozze verso età più mature: gli sposi alle prime nozze hanno un'età media che è intorno 32 anni e le spose quasi 30 anni, 4 anni in più dell'età che avevano in media i loro genitori al primo matrimonio. Questi quattro anni di posticipazione sono dovuti, in molti casi, al completamento degli studi o alla ricerca di un lavoro, oppure al desiderio di trascorrere un periodo godendo di tutti i vantaggi economici, organizzativi e talvolta anche emotivi di una permanenza lunga nella famiglia di origine.

La tendenza alla diminuzione dei matrimoni e al ''ritardo'' delle nozze è diffusa in tutto il Paese, anche se il fenomeno presenta delle importanti differenze territoriali: ci si sposa più al Sud e nelle Isole (rispettivamente 4,9 e 4,6 matrimoni per 1.000 abitanti nel 2005) che al Nord (3,8 per per 1.000 abitanti). Le regioni dove si registra il massimo e il minimo dei matrimoni sono rispettivamente la Campania (5,3 nozze per 1.000 abitanti) e l'Emilia-Romagna (3,5). Laddove i matrimoni sono più frequenti, inoltre, l'età media degli sposi diminuisce: le ragazze campane, per esempio, hanno in media 27,9 anni alle prime nozze, mentre in molte regioni del Nord l'età media delle spose al primo matrimonio supera i 30 anni.

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13 febbraio 2007
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