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"Giovani scendete in campo. Siamo più forti dal '92"

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricorda i giudici Falcone e Borsellino

23 maggio 2012

"Quello di oggi è un anniversario speciale perché dopo venti anni possiamo riflettere sulla lotta alla mafia con più serenità. Ma la barbara aggressione alla scuola di Brindisi e tutto ciò che sta accadendo in Italia rendono prezioso il richiamo all'insegnamento e all'esempio dei due magistrati uccisi".
Alla commemorazione di Palermo per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino c'è anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il capo dello Stato è intervenuto nell'aula bunker del carcere Ucciardone per la premiazione degli istituti scolastici che hanno lavorato per tenere vivo il ricordo dei magistrati.

"La mafia e la criminalità, che tante vittime hanno mietuto tra le forze dell'ordine e nella società civile, rimangono ancora oggi un problema grave per la democrazia italiana - dice il presidente -. Dobbiamo noi tutti proseguire sulla strada segnata da Falcone e Borsellino perché se quelle stragi segnarono il culmine dell'attacco frontale allo Stato e se gli attentati del '93 e il loro torbido sfondo si esaurirono in se stessi, la mafia e la criminalità organizzata hanno saputo riciclarsi".
Napolitano manifesta preoccupazione "per la persistente gravità della pressione e della minaccia mafiosa, non la sottovalutiamo, ma ci sentiamo ben più forti che in quei tragici momenti del 1992. Siamo ben più forti che in quei tragici momenti del '92 per la crescente mobilitazione di coscienze e di energie che si è venuta realizzando nel nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino".
Secondo il capo dello Stato "la 'ndrangheta ha ottenuto posizioni di potere nel tessuto economico e sociale grazie alla compenetrazione tra criminalità e attività economica. E' un nodo soffocante per ogni azione di sviluppo nel Mezzogiorno in un contesto di disoccupazione disperata. E' un circolo vizioso che rischia di strozzare il Sud, proprio quando l'Italia ha bisogno di queste regioni per sostenere lo sviluppo nazionale. La lotta alla mafia è dunque ancora oggi una priorità, lo avevano ben chiaro Falcone e Borsellino".

Il presidente Napolitano ha poi chiesto che la verità sulla morte di Melissa venga fuori subito: "Un sollecito e serio approfondimento delle indagini di Brindisi ci daranno una risposta concreta. Se la criminalità ha osato di stroncare la vita di Melissa e lo ha fatto in quella scuola dal valore fortemente simbolico perché porta il nome di Francesca Morvillo Falcone, la pagherà. Se hanno pensato di sfidare questa stessa commemorazione, stanno già avendo la vibrante prova di aver miseramente fallito".

Il ricordo e l'esempio dei due gudici trucidati dalla mafia è ancora vivo. "Borsellino fu limpido e leale sempre nell'amicizia con Falcone, fino ad affrontare il calvario di quei 57 giorni che lo hanno separato dalla sua morte. Falcone e Borsellino, ci hanno lasciato un insegnamento ineguagliabile, quello del rispetto per lo Stato e il lavoro di quel pool hanno lasciato al Paese tante innovazioni sul piano legislativo, ordinamentale, sul piano della proiezione internazionale".
Napolitano ricorda quando nel 1997 a Washinghton visitò la sede dell'Fbi nel nome di Falcone. "Altamente innovativo fu per Falcone il concetto di professionalità del magistrato, inteso nella fedeltà alla costituzione e distante da posizioni di partito. Quei giudici, infatti, continuarono a vivere come forzati senza rimpiagere nulla, un'altra lezione che resta per chi voglia ispirasi a Falcone e Borsellino. Il risultato maggiore raggiunto dal maxi processo è stato quello di togliere alla mafia quell'aurea di impunibilità. Falcone analizzò le storiche debolezze dello Stato nella lotta alla criminalità".
Infine l'appello accorato ai giovani e alla politica: "L'attacco criminale delle stragi del '92 coincise allora con la crisi della politica e del Paese, ma si riusci a varare la legge elettorale del '93 e a gettare le basi di una una nuova riforma democratica - ricorda Napolitano - Una nuova riforma elettorale è diventata oggi indispensabile per ridare slancio al sistema politica e istituzionale". E alla platea di studenti dell'aula bunker che il Capo dello Stato si rivolge: "Scendete in campo al più presto per rinnovare la politica nel segno della trasparenza, l'Italia ve ne sarà grata".

A margine della cerimonia in ricordo del giudice Falcone, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso chiede collaborazione."Per fare piena luce sulle stragi del '92 serve la collaborazione di chi sa, di quelli che ancora non hanno detto tutto".
"Da sempre tendiamo alla verità e siamo riusciti a ribaltare situazioni che sembravano definite. La speranza non ci deve abbandonare ma ci vuole la collaborazione di qualcuno che potrebbe sapere delle cose importanti, di qualcuno che ancora non ha detto tutto. Mi riferisco a chiunque da qualunque parte provenga""Oggi, rispetto a venti anni fa, abbiamo maggiore consapevolezza di come si debba condurre la lotta alla criminalità organizzata, insieme ai ragazzi e alla società civile. Lo conferma anche la risposta che i giovani hanno dato a Brindisi, dove hanno riconquistato il proprio territorio e sono tornati a scuola, dimostrando che la scuola è viva e non la vogliono bloccata".
Poco dopo, commosso, ("la commozione non passa, neanche dopo 20 anni", dice), ha ricordato Giovanni Falcone intervenendo all'aula bunker dell'Ucciardone. "Siamo qui - ha detto - per dare il giusto valore alla memoria e al patrimonio morale lasciato da Giovanni e da Paolo Borsellino".
Grasso ha ricordato la "tenacia proverbiale di Falcone e le sue strategie nella lotta contro la mafia, non sempre comprese dai suoi contemporanei. La memoria è ciò che consente di portare avanti le idee di Giovanni e di Paolo".

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno

 

 

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23 maggio 2012
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