A Messina un pool di ricercatori siciliani studia l'auto che non inquina
Un impianto realizzato su un progetto finanziato per il 50 per cento dalla Regione siciliana e per il restante 50 per cento dalla società "Ponte di Archimede" e dall'Istituto del Cnr, che opera appunto nella città dello Stretto.
Ma questo non è un esordio per l'istituto: solo qualche anno fa, infatti, l'Itae ha partecipato a un progetto del centro ricerche Fiat, finanziato dal ministero dell'Ambiente, che ha portato alla nascita della seicento Elettra H2 Fuel Cell, il primo veicolo a zero emissioni circolante in Italia che utilizza idrogeno, trasportato a bordo, per produrre energia elettrica per la trazione.
Da vent'anni l'Istituto di Messina studia le celle a combustibile (Fuel Cell) per la produzione di energia elettrica a bassissimo impatto ambientale da utilizzare nei trasporti, negli usi domestici( produzione combinata di energia e calore per quartieri residenziali, ospedali, uffici e industrie) e per alimentazione di piccole unità elettroniche, come per esempio i telefonini portatili.
Ovviamente è quello del trasporto il settore al quale la ricerca messinese guarda con più attenzione con l'obiettivo di realizzare sistemi di produzione di energia elettrica a bordo dei veicoli, in grado di trasformare istantaneamente il combustibile disponibile sull'auto (H), nell'energia elettrica richiesta dal motore.
Nell'ultimo salone dell'auto di Detroit è stato divulgato un depliant di grande impatto visivo: una figura rappresentava una carrozza a cavalli, quella di mezzo un'auto di tipo tradizionale e l'ultima, l'auto del domani, quella cioè alimentata a idrogeno con l'uso delle celle a combustibile. E ciò per far capire che così come fu epocale il passaggio dalla carrozza all'auto, altrettanto epocale sarà l'approdo definitivo all'auto del futuro.
Fonte: La Repubblica