A Palermo, nell'Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cto , opera il dott. Robot da Vinci

L'hanno chiamato Robot da Vinci. Applicato al tavolo operatorio, è di grande aiuto al chirurgo che attua un intervento mini-invasivo, in laparoscopia, quelle operazioni in cui non si taglia l'addome, ma i ferri operatori vengono inseriti attraverso 3-4 buchetti.
Il chirurgo, da una consolle, manovra una sorta di joystick e muove i due bracci robotici che ''tengono'' i ferri operatori.
L'apparecchiatura è munita di due ottiche per una buona visione della parte da operare. Il chirurgo sta seduto su uno sgabello, perfettamente rilassato, con i gomiti poggiati sul tavolo e il capo su un poggiatesta, cosa che evita le posizioni disagiate che in questo tipo di chirurgia di solito vengono assunte dall'operatore, col rischio di stiramenti muscolari ed alterazioni nei movimenti.
Utilizzare il robot significa anche annullare il minimo tremore fisiologico delle mani del chirurgo.

Robot da Vinci è in fase di applicazione clinica, dopo che è stato formato il personale dedicato, nella struttura complessa di chirurgia generale e d'urgenza dell'Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cto di Palermo, diretta dal professore Vincenzo Mandalà.
''È una macchina molto utile nel campo operatorio in laparascopia. Prevediamo che avrà un ottimo impiego soprattutto nella chirurgia laparoscopica avanzata'', commenta Mandalà.

Robot da Vinci, per ora il solo in strutture pubbliche siciliane, è stato utilizzato in casi di patologie alle vie biliari come le colecisti, fino ad interventi più complessi come l'asportazione del surrene. Negli Stati Uniti, l'apparecchio comincia ad essere impiegato in interventi particolarmente delicati come quelli alla prostata.
Il robot - un impegno economico non indifferente per costi e organizzazione - è stato acquistato con fondi europei e regionali.
 
Fonte: Giornale di Sicilia