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Ad Erice (TP) per quattro giorni sotto l'occhio attento degli scienziati i malanni del Pianeta Terra

Trentaduesima sessione dei Seminari Internazionali di Erice sulle Emergenze Planetarie

23 agosto 2004

Centocinque scienziati di trentaquattro Paesi saranno presenti fino a domani alla trentaduesima sessione dei Seminari Internazionali di Erice (Tp) sulle Emergenze Planetarie, presieduta dal professore Antonino Zichichi, presidente della World Federation Scientists.
L'attenzione questa volata è stata puntata in particolare, sull'emergenza immigrazione.
Tra gli altri temi in discussione, scelti fra le 54 Emergenze Planetarie individuate dalla comunità scientifica di Erice, figurano le encefalopatie spongiformi trasmissibili (Tse), note al grande pubblico come ''morbo della mucca pazza'', i problemi legati alla bio-sicurezza globale, i cambiamenti climatici del pianeta, il problema dell'acqua e dell'energia e la difesa da oggetti cosmici, oltre ai temi tecnico-scientifici legati al terrorismo.

Fra i temi che sono già stati affrontati  nei seminari internazionali di quest'anno, ed esattamente alla sessione di apertura dove era presente il ministro per la Comunicazione Maurizio Gasparri, l'utilizzo dell'energia nucleare.
Le profezie di Jeremy Rifkin sull'imminente esaurimento delle riserve petrolifere tornano prepotentemente alla ribalta con l'ascesa del prezzo del greggio. E così, tra le "emergenze planetarie" di cui si discute ad Erice, il ministro Maurizio Gasparri ha inserito il tema dell'energia nucleare, "argomento che inibisce questo Paese, che con il referendum degli anni '80 ha scelto in modo emozionale di bloccare una fonte di energia sicura".
Gasparri ha parlato dell'Italia come di un Paese "dalle fobie facili, dove ogni antenna è vista con sospetto: ogni giorno mi ritrovo sul tavolo studi di fantomatiche associazioni che parlano dei danni prodotti dall'elettromagnetismo. Eppure i parametri italiani sono tra i più bassi in Europa. Le emissioni elettromagnetiche da noi raggiungono i 6 volts/metro mentre in un Paese fortemente ecologista come la Germania il rapporto è dieci volte superiore".

Per il professor Zichichi, "il nucleare sicuro è già un tema vecchio: in Italia abbiamo avuto le centrali con maggiori garanzie". "In passato - ha osservato il fisico - il petrolio rappresentava una scelta economicamente più appetibile. Oggi non è più così, e il mercato saprà orientarsi nella direzione del nucleare che adesso è diventato conveniente".
Zichichi ha inoltre ricordato che già vent'anni fa, in un seminario ad Erice, scienziati di tutto il mondo avevano previsto che il prezzo del greggio dal 2000 avrebbe subito incrementi considerevoli. "Tra dieci anni - ha continuato lo studioso - il petrolio comincerà la sua inesorabile discesa nelle estrazioni, con un aumento dei costi che potrebbe arrivare a 80 dollari al barile".

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23 agosto 2004
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