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Anche le cifre sull'immigrazione clandestina sono calate l'urgenza rimane

Medici Senza Frontiera in polemica col Ministro degli interni Beppe Pisanu

23 agosto 2003
Le cifre sul calo dell’immigrazione clandestina fornite dal Ministro degli Interni, Beppe Pisanu, non cancellano l’emergenza e i problemi legati alle modalità di accoglienza dei sempre più numerosi immigrati che cercano rifugio o migliori condizioni di vita nel nostro Paese: questo il contenuto di un polemico comunicato stampa diramato da Medici Senza Frontiere (Msf) all’indomani della diffusione dei dati relativi agli sbarchi e alle espulsioni di immigrati nell'estate in corso da parte del ministero dell'Interno.

Nei giorni scorsi il ministro Pisanu aveva infatti enfatizzato i risultati ottenuti dal governo relativamente alla riduzione degli sbarchi (meno 40 per cento rispetto allo stesso periodo del 2002) e all’incremento del numero degli espulsi (35.329) tra gli immigrati clandestini. In polemica con il ministro, Msf rimarca come "nessuno abbia detto che, tuttavia, le persone continuano ad arrivare, con il loro carico di bisogni". Secondo Msf, solo tra mercoledì 6 e mercoledì 13 agosto, a Lampedusa sono stati registrati 13 piccoli sbarchi, per un totale di 287 arrivi (tra questi, 24 liberiani in fuga da Monrovia, due donne incinta e un uomo diabetico). Risultato: da allora, sull’isola più di 200 persone vivono in un Centro di permanenza temporanea (Cpt) che potrebbe ospitarne decentemente meno della metà.

Ancora, Msf denuncia come "nessuno abbia parlato delle violazioni a volte perpetrate ai danni di chi è stato espulso" e cita il caso dei richiedenti asilo pakistani espulsi dai Centri di permanenza temporanea (Cpt) di Roma e Milano. L’organizzazione denuncia soprattutto come il governo, a fronte di un ingente impegno sul fronte della deterrenza dell’immigrazione clandestina, abbia dedicato finora poche risorse e pochi mezzi all’accoglienza. Medici Senza Frontiere (Msf) denuncia che gli standard di accoglienza per gli immigrati in Italia sono bassissimi, spesso al di sotto di quei limiti che rasentano il rispetto dei più elementari diritti umani.

A riprova di quanto denuncia, Msf cita il caso delle 45 persone sbarcate a Pozzallo, in provincia di Ragusa, domenica 10 agosto 2003.

Arrivati a Pozzallo intorno alle 7,00 del mattino del 10 agosto, i 46 immigrati, in maggioranza sudanesi (8 sono donne) sono stati ospitati nel magazzino della Dogana del porto siciliano. Da allora, le 45 persone (una donna, incinta la trentaseiesimo mese è stata ricoverata per accertamenti) hanno dovuto passare tre notti e altrettanti giorni all’interno del magazzino, spesso stesi su materassini sudici, con più di 40 gradi di temperatura, senza poter mai uscire per prendere aria o provare a chiamare le famiglie a casa, con soli due bagni a disposizione. Solo la mattina del 13 agosto qualcuno ha pensato di dotare queste persone di uno spazzolino da denti.

"Se - ha affermato Loris De Filippi, responsabile dei progetti in Italia di Medici Senza Frontiere - questi sono gli standard di ricezione e, soprattutto, di accoglienza di esseri umani spesso in fuga dalla guerra o dalle persecuzioni cui si confà lo Stato italiano, Medici Senza Frontiere ritiene che il governo abbia ben poche ragioni di gloriarsi di risultati il cui rilievo è destinato ad avere soltanto momentanea importanza politica e congiunturale, mentre rimane il drammatico dato di fatto di un trattamento spesso inumano imposto a persone bisognose invece di aiuto e trattate alla stregua di criminali".

Msf chiede che le 45 persone rinchiuse nel magazzino di Pozzallo (RG) abbiano immediatamente una destinazione più consona alle esigenze di un essere umano; chiede, altresì, un impegno reale e concreto del governo italiano per garantire una degna accoglienza a esseri umani che spesso vengono a bussare alle porte dello Stato italiano per ricevere aiuto e non per essere trattati come quello che non sono: criminali.

Fonte: Aise

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23 agosto 2003
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