AGGIORNAMENTO
Sarà "Baarìa" di Giuseppe Tornatore il candidato italiano ll'Oscar per il miglior film straniero. Tornatore è autore di "Nuovo cinema Paradiso", pellicola che ha avuto successo in tutto il mondo, aggiudicandosi il gran premio della giuria al Festival di Cannes e il premio Oscar come "miglior film straniero" nel 1988. "Baarìa" ha battuto la concorrenza del cronista ragazzino Giancarlo Siani di Marco Risi (Fortapasc), il Sessantotto visto da Michele Placido (Il grande sogno), i matti da slegare di Giulio Manfredonia (Si può fare) e il figlio segreto del duce di Marco Bellocchio (Vincere). La decisione è stata presa dalla commissione istituita dall'Anica, in qualità di rappresentante dell'Academy of Motion Pictures Arts and Science, ovvero l'organismo americano che presiede all'assegnazione dell'ambita statuetta. I membri della commissione erano 14: i registi Lina Wertmuller e Paolo Sorrentino, i giornalisti e critici Alberto Barbera, Fulvia Caprara e Piera Detassis, i produttori Pio Angeletti, Aurelio De Laurentiis, Valerio De Paolis, Nicola Giuliano, Fulvio Lucisano, Andrea Occhipinti, Domenico Procacci e Riccardo Tozzi, e il direttore generale per il Cinema, Gaetano Blandini.
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Baarìa, il film di Giuseppe Tornatore in lizza per la candidatura all'Oscar per il miglior film straniero, è il miglior incasso del weekend. Uscito venerdì scorso in 510 sale, è al primo posto con 2.105.181 euro d'incasso.
Al secondo posto un film Disney, G-Force: Superspie in missione con 1.244.291 euro. Al terzo, scalzato da Baaria dalla top list, il film d'animazione L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri, distribuito da Fox, con 946.718 d'incasso ma un totale di 28.021.848 euro.
"Il cinema è un'industria culturale molto raffinata, difficile da standardizzare. Non c'é una ricetta che garantisca il boom al botteghino - ha spiegato Giuseppe Tornatore, il giorno dopo il primo week end di Baaria nelle sale, che è ha fatto boom - Se esistesse, la storia del cinema sarebbe stata contrassegnata solo da grandi successi commerciali. Ma non è così, perché ogni film è un prototipo e il cinema non è un supermercato. Ma non dobbiamo lamentarci se tutto ciò è troppo distante dalla sensibilità di Brunetta", ha aggiunto il regista, alludendo agli attacchi del ministro ai registi di sinistra che lavorano con i soldi pubblici e non incassano una lira (LEGGI).
Tornatore, tralasciando la polemica politica e ricollegandosi con quanto più si confà ad un artista, ha confessato anche che ama andare di nascosto nelle sale dove si proietta il suo film: "Quando inizia a muovere i suoi primi passi indipendentemente da me. Mi piace intrufolarmi nel buio della sala, sentire la presenza del pubblico vero, le reazioni della gente che non deve rendere conto a nessuno ed è libera di manifestare la propria gioia o la propria disapprovazione, ma con la purezza della sincerità".
E mentre il film arriva nelle sale, in libreria è arrivato anche 'Baarìa' libro, la sua sceneggiatura, edita da Sellerio (pp. 288 - 13,00 euro). A trovarsela tra le mani il regista ha detto che gli fa "lo stesso effetto che si prova a ritornare, dopo molto tempo, in una vecchia casa dove abbiamo già vissuto". "Durante le riprese - racconta ancora Tornatore - la sceneggiatura non ha subito variazioni apprezzabili ad eccezione di alcune piccole evoluzioni nel dialogo, maturate nel corso del naturale lavoro con gli attori, o marginali cambiamenti dell'ultimo minuto decisi per venire incontro ai soliti problemi organizzativi o meteorologici che finiscono talvolta col mettere in crisi il programma di lavoro. Per il resto ho pienamente rispettato il mio copione. Le trasformazioni importanti riguardano il lungo processo di incubazione dell'idea originaria, l'elaborazione del soggetto, e infine la strutturazione narrativa e stilistica della sceneggiatura".
[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it]
