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Bastardi senza gloria

Quentin Tarantino, ispirato da un film di Enzo Castellari, riscrive la storia del nazismo e fa vincere gli ebrei

02 ottobre 2009

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BASTARDI SENZA GLORIA
di Quentin Tarantino

Francia, II Guerra Mondiale. Un gruppo di soldati americani di origine ebraica viene paracadutato sul suolo francese per una missione speciale. Tuttavia, l'intenzione del gruppo non è solo quella di portare a buon fine l'azione bellica loro assegnata, ma anche quella di uccidere il maggior numero possibile di tedeschi. Per riuscire nell'impresa, i soldati si serviranno anche di una serie di armi non convenzionali...

Anno 2009
Tit. Orig. Inglourious Basterds
Nazione Usa, Germania
Produzione Quentin Tarantino, Lawrence Bender, Henning Molfenter, Charlie Woebcken, Christoph Fisser per A Band Apart, Zehnte Babelsberg Film, Lawrence Bender Productions, The Weinstein Company, Universal Pictures
Distribuzione Universal
Durata 160'
Regia, Soggetto e Sceneggiatura Quentin Tarantino
Pellicola ispirata al film 'Quel maledetto treno blindato' (1978), di Enzo G. Castellari
Con Brad Pitt, Diane Kruger, Mélanie Laurent, Christoph Waltz, Daniel Brühl, Eli Roth, Samm Levine, B.J. Novak, Til Schweiger, Stiglitz
Cloris Leachman, Mike Myers, Michael Fassbender, Julie Dreyfus, Maggie Cheung, Martin Wuttke.
Genere Guerra


In collaborazione con Filmtrailer.com

La critica
"Il bello del cinema è che può permettersi di reinventare la Storia. Così Tarantino in un colpo solo fa fuori Hitler, Goebbels, Goring, Boorman e compagnia: boom, e la guerra finisce con un attentato al cinema parigino in cui gli occupanti nazisti e i loro sommi capi proiettano in gran pompa un film di propaganda. Il bello di Tarantino è che può spaziare tra i generi rimanendo fedele a se stesso e continuando a divertire il pubblico: 'Inglorious bastards, ispirato all'italiano 'Quel maledetto treno blindato' (1978, regia di Castellari), è la storia di una doppia vendetta. (...) Ma rispetto alle atrocità che si sono viste in questo festival, paradossalmente il nuovo Tarantino brilla per moderazione. Il sangue è ridotto al minimo, a parte qualche scalpo in primo piano. E i dialoghi, caustici e serrati, garantiscono la tensione, sono la vera forza del film. Come i protagonisti, da Pitt a Christoph Waltz, lo strepitoso attore tedesco che interpreta un colonnello viscido e poliglotta delle SS, dal sinistro soprannome di 'cacciatore di ebrei'."
Gloria Satta, 'Il Messaggero'

"Come l'italiano Marco Bellocchio anche l'italoamericano San Quentin Tarantino, da almeno 10 anni, preferisce scappare nel passato e sciacquare i panni tra brigatisti rossi, guerrieri ninja, balie pirandelliane o Hitler & i suoi nazisti, piuttosto che affrontare, nei drammi contemporanei, cellulari, palmari o G8, le diavolerie senza romanticismo che von Trier dimentica nelle foreste sabbatiche di Washington e Almodovar nella clandestinità delle isole vulcaniche. I film in costume, di genere dominante biografico o bellico, al di qua dell'Impero del Nokia, anzi addirittura film scanditi in capitoli, qui cinque, compreso il prologo, più epilogo, di cui ognuno dotato di un certo look speciale, permettono rapporti meno nevrotici e banalmente barbari con il Mito e forme di relazioni interpersonali più classiche, pop e violente. Anche se a essere mitologizzato, in 'Inglourious Basterds', il divertimento, molto acido e indigesto sulla shoa e il Führer, il film in concorso ieri di Tarantino lungo quasi due ore e mezzo (ma non pesano mai), è il cinema di genere più geniale, fantasioso e scombinato al mondo. Che è quello made in Italy ereditato da Enzo G. Castellari, Lucio Fulci, Mario Bava, Antonio Margheriti e Sergio Corbucci che tanto poi deve alla parodia, al pastiche, al patchwork, alla confusione dei generi congeniata dei genietti del cinema moderno, Füller, Corman, Russ Meyer e Aldrich sugli archetipi classici (Omero, Eschilo, Sofocle, Shakespeare, Marlowe...) che già tutto scrissero e sceneggiarono."
Roberto Silvestri, 'Il Manifesto'

"Operazione Kino batte Operazione Walkiria dieci a zero. Se l'obiettivo di entrambe le operazioni è lo stesso (eliminare Hitler e il suo stato maggiore) nessuno può mettere in discussione che quella messa a punto per 'Inglourious Basterds' sia molto più affascinante di quella attuata dal maggiore von Stauffenberg. Perché il cinema ha delle ragioni che la Storia non è in grado di capire. Ma Quentin Tarantino sì. E il cinema è il vero trionfatore di questo film, divertente, trascinante (nonostante le sue due ore e 28 minuti di durata), spensierato e colorato, che si permette di riscrivere i destini della Seconda guerra mondiale in nome della passione cinefila ma anche di un' idea di cinema che vuole ritrovare nella forza della produzione di genere (film di guerra, ma anche western, melodramma, commedia, eccetera eccetera) l'energia per superare l' impasse creativo che a volte sembra aver imbrigliato registi e produttori e che lo stesso Tarantino aveva sperimentato sulla propria pelle con il precedente, molto meno riuscito, 'Grindhouse'. Invece in 'Inglourious Basterds' (che riprende, storpiandolo, il titolo internazionale del film di Enzo G. Castellari 'Quel maledetto treno blindato'. E i legami si fermano lì, smentendo ogni altra possibile derivazione) il gusto di giocare coi generi e con le citazioni diventa lo schema portante intorno a cui prende forma la storia di un gruppo di soldati americani guidati da Aldo (...)."
Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera'

"Nessuno sapeva esattamente cosa aspettarsi dalle tre ore annunciate di nazi-western in salsa kosher. Il fiato è rimasto sospeso per tutto il tempo, mentre davanti ai primi testimoni della stampa internazionale prendeva forma con inaspettata lucidità una sorta di favola tinta dei soliti ricchissimi fantasmi tarantiniani (il cinema italiano di serie b, il mondo dei fumetti, tutto Leone, migliaia di omaggi, in primis al regista Castellari e al suo 'Quel maledetto treno blindato', rititolato negli Usa 'Inglorious Bastards') in cui le atrocità del nazismo hitleriano entravano una ad una nel prisma colorato e blasfemo di un occhio infantile per riuscirne depurate di ogni male e trasformate in una catartica favola per adulti. Che si conclude, tanto per dirne una, con la suprema vendetta degli ebrei che danno fuoco ai loro assassini. Nessun rispetto della storia vera, ci mancherebbe, solo magica vendetta dell'immaginazione pilotata dalla fantasia folle e davvero geniale del principe bambino di Hollywood: mister Quentin Tarantino. (...) Il cinema come arte ma anche come corpo (la pellicola, le pizze, il proiettore) è protagonista accanto agli attori anche per Tarantino. Qui si trasforma in fuoco, lavacro con il quale l'ingiustizia viene lavata, spazzata via dalle fiamme come in una notte dei cristalli al contrario. Una montagna di omaggi e citazioni che vanno dai nomi dei personaggi (uno per tutti, l'Ed Fenech interpretato da Mike Myers, omaggio alla Edwige Fenech amata da Quentin) alle musiche (dovevano essere firmate da Morricone, ma il maestro italiano era impegnato con 'Baaria' di Tornatore) fanno semplicemente da supporto creativo all'esplosione visiva di Tarantino che qui, come forse dai tempi di 'Pulp Fiction' non gli succedeva, finalmente ritrova la compattezza della narrazione e l'unità filmica. Un capolavoro, si dice da sé il regista alla fine del film, e a suo modo ha ragione."
Roberta Ronconi, 'Liberazione'

"Se si prende sul serio il film, vien voglio di sculacciarlo, Tarantino. Naturalmente è un errore. Non c'è nulla di serio in questa cavalcata di due ore e 40, vagamente ispirata a 'Quel maledetto treno blindato' di Enzo G. Castellari che alterna frenetiche sequenza d'azione a estenuanti scene di dialogo. E' un fumetto e soprattutto l'ennesimo omaggio di Tarantino ai suoi miti cinofili. Infatti un modo per prendere sul serio 'Inglorious Basterds' c'è: pizzicare le citazioni, ed apprezzare il ruolo che il cinema ha dentro la storia."
Alberto Crespi, 'l'Unità'

"Questo film segna il ritomo di Tarantino in grandestile. Siamo ai livelli delle "Iene" e di "Pulp Fiction"; con qualcosa in più. Senza gli eccessi di "Kill Bill" con i suoi due volumi calligrafici e digressioni antinarrative o il cine-manierismo di "Grindhouse". Il film è soprattutto ben scritto; oltre che ben girato. La pellicola ha dei momenti di grande intensità dialogica e visiva. In particolare la prima scena, quella in cui i nazisti irrompono nel rifugio dei Dreyfus, e la finale vendetta cinefila. Oltre a Pitt e alla Laurent, si segnala Christoph Waltz nei panni del nazista cacciatore di ebrei, dotato di una sadica inesorabilità di parole e azioni. (...)"
Luca Mastrantonio, 'Il Riformista'

"Come sempre, nel cinema di Tarantino, anche qua convivono parallelamente la brillantezza e gli eccessi, le invenzioni piene di grazia e i momenti gratuiti, situazioni grottesche e splatter, sequenze oniriche (...). La cosa migliore di questo Inglourious Basterds è la creazione del machiavellico colonnello delle SS specializzato nella caccia agli ebrei. Tarantino supera se stesso con questo mostro dai modi soavi e dall'eloquio esilarante. (...) Devo ammettere che pur non essendo tra i suoi fan, nonostante gli riconosca un indiscutibile talento, ho passato bene i 150 minuti della durata del film."
Carlos Boyero, 'El Pais'

Omaggio al film "Quel maledetto treno blindato" (1978) di Enzo G. Castellari che negli Usa era stato distribuito con il titolo "The Inglorious Bastards" - Premio per la migliore interpretazione maschile a Christoph Waltz al 62mo Festival di Cannes (2009).

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02 ottobre 2009
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