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Battere il racket e l'usura insieme si può. La ricetta nel potenziamento dell'associazionismo

''Partire dall'associazionismo per sconfiggere il racket delle estorsioni''

23 febbraio 2005

La massiccia partecipazione di studenti e cittadini all'Assemblea delle Associazioni anti-racket siciliane, che si è tenuta la scorsa settimana a Palermo nella facoltà di Scienze Politiche, sembra sia voluta essere una risposta forte a quella che sembrava una nuova stagione dell'indifferenza e dell'atteggiamento remissivo nei confronti del diffuso fenomeno del racket.
L'opinione dei politici dei magistrati e degli esponenti delle forze dell'ordine e del mondo delle associazioni intervenuti all'assemblea è unanime: ''Partire dall'associazionismo per sconfiggere il racket delle estorsioni''.
Tutti concordi i partecipanti a dire che ricetta per una efficace lotta alle estorsioni è il potenziamento dell'associazionismo. Un elemento basilare sostenuto fortemente dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, dal presidente della commissione nazionale antimafia Roberto Centaro, dal Pm della Dda di Palermo Massimo Russo e dagli imprenditori intervenuti all'assemblea, che hanno rivolto un appello anche alle associazioni di categoria.
E sulla positività dell'esperienza dell'associazionismo è intervenuto anche il presidente della Federazione italiana antiracket (Fai) Tano Grasso. ''Sono 70 le associazioni che aderiscono alla Fai -  ha spiegato - in tre anni si sono costituite parte civile in 40 processi ad oltre 600 imputati, processi che hanno portato a condanne per 500 anni di carcere e due ergastoli''.

Ma se sulla necessità di lottare uniti e sulla pervasività del fenomeno sono tutti d'accordo, diverse sono le opinioni sulle possibili modifiche da apportare alla legislazione antiracket.
Insieme Massimo Russo ed il presidente Centaro hanno invocato l'introduzione delle cosiddette denunce collettive e gli esposti riservati per ''evitare la sovraesposizione dei singoli''. Opposta l'opinione del sottosegretario Mantovano e di Tano Grasso. ''La denuncia anonima è una stupidaggine - ha affermato Mantovano - in tutto il mondo civile il processo penale si basa su prove certe e la testimonianza anonima è impossibile. Piuttosto si tuteli e si protegga chi si espone''. ''In questo senso - ha aggiunto Mantovano - un esempio può essere costituito dalla legge sulle collaborazioni. Da quando è entrata in vigore il numero di chi testimonia ed è ammesso al programma di protezione è triplicato''.
D'accordo Tano Grasso: ''non si può - dice - prescindere dalla denuncia''.
All'incontro ha partecipato, tra gli altri, il commissario nazionale antiracket Carlo Ferrigno, che ha illustrato l'attività, del suo ufficio nel 2004 ricordando che in un anno sono stati 2.191 i cittadini che si sono rivolti al numero verde istituito nel corso della campagna di informazione su racket ed usura. ''Il 40% di queste telefonate - ha detto - è di vittime dell'usura, il 10% di vittime delle estorsioni. Il restante 50% delle chiamate sono venute da cittadini che chiedevano informazioni''.

E che fra le istituzioni, grandi e piccole che siano, c'è una vera volontà di combattere il racket lo si può leggere nelle sempre nuove nascite di uffici e servizi creati per contrastare il racket delle estorsioni e dell'usura.
Nel Comune di Bagheria (PA) domenica scorsa, con la presentazione di un apposito ufficio anti-racket, l'amministrazione comunale bagherese ha voluto ribadire l'impegno nel dare un risposta forte alla piaga della criminalità organizzata che attanaglia anche Bagheria.
Alla presenza di vari commercianti e dei rappresentanti della Confcommercio e della Confesercenti  è stata illustrata la normativa che prevede incentivi statali ed appoggio da parte delle istituzioni per chi dovesse essere stato o sarà vittima di estorsioni o usurai.

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23 febbraio 2005
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