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Berlusconi pensa solo a Kakà... e a Fiorello

Famiglia Cristiana ritorna ad attaccare il governo: ''Ci vorrebbe un Obama anche in Italia''

28 gennaio 2009

Prima di tutto ci vogliamo scusare con gli utenti per il titolo che abbiamo dato a questa notizia. Troppo bassa la battuta, lo ammettiamo, ma allo stesso tempo troppo irresistibile per non essere utilizzata.
Detto questo passiamo ai fatti... Il settimanale cattolico Famiglia Cristiana è tornato ad attaccare il governo e, in particolare, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, "colpevole" di interessarsi più a far rimanere Kakà al suo Milan e di Fiorello che va a Sky, piuttosto che della crisi che sta investendo le famiglie italiane.
Un attacco che il settimale fa non riuscendo a resistere senza fare il paragone tra il discorso di insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca e le ultime strategie governative italiane.
Per il settimanale delle edizioni Paoline l'Italia è, insomma, un Paese fuori dalla realtà, in cui il capo del governo pensa a cose futili e i politici sono come i polli del Manzoni.

"Siamo una Paese incredibile, metà fiaba e metà incubo. Nel giorno in cui Obama chiama gli americani a raccolta per affrontare la sfida colossale dell'economia e della povertà, il nostro presidente rincorre i sondaggi: quanti punti potrebbe perdere con la cessione di Kakà, allettato dalle sirene miliardarie dell'emiro? Preoccupato più di Fiorello che passa a Sky, che del calo di due punti del prodotto interno lordo".
Famiglia Cristiana non risparmia critiche, e questa settimana ha dedicato il suo editoriale d'apertura al tema "I politici e la crisi". "La domanda che ci poniamo oggi - precisa il settimanale - non è se il nostro governo sia troppo grande o troppo piccolo, ma se funziona: se aiuta le famiglie a trovare lavori con stipendi decenti, cure che possono permettersi, una pensione dignitosa, parole che avremmo voluto sentire dai nostri politici e che ha detto, invece, Obama Barack, nuovo presidente Usa, all'inizio del suo mandato".

Ma le denunce non finiscono qui e l'analisi di Famiglia Cristiana si amplia. "Noi abbiamo smarrito il senso di nazione e il bene comune", si legge nell'articolo, rilevando che Berlusconi anche se "vince la sfida calcistico-miliardaria, elude la crisi quando rivela un ottimismo che Eurostat smentisce a stretto giro di cifre: il tasso di disoccupazione in Italia salirà all'8,2 per cento, cioè 600 mila posti di lavoro in meno". Mentre in Germania, i partiti della Grosse Koalition trovano l'intesa su un piano anticrisi da 50 miliardi di euro, in Italia per il premier le emergenze sono "le intercettazioni telefoniche e un federalismo fiscale dai contorni fumosi e inquietanti, l'ennesimo cavallo di Troia della fantasia padana, un contentino da propaganda, un 'ossicino' per tenerli buoni. Sarà federalismo solidale? Costerà? Tremonti non dà cifre né risposte. E intanto l'84% delle famiglie povere sono rimaste escluse dalla tanto decantata social card".
Insomma, secondo Famiglia Cristiana (e non soltanto per lei) ci sarebbe davvero bisogno di Obama e delle sue sagge parole quando dice: "In questo Paese, nasciamo e moriamo come una nazione, un popolo. Non cediamo alla tentazione di ricadere nella faziosità, nella chiusura mentale e nell'immaturità che ha avvelenato la nostra politica così a lungò, sono le sagge parole di Obama". "Ma - conclude Famiglia Cristiana - i nostri politici, come i polli di Renzo, continuano a 'beccarsi' tra loro".

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28 gennaio 2009
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