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Contro il pizzo ancora più duri

Nuovo decalogo antiracket per Confindustria Palermo, Lega delle Cooperative e Ance

30 agosto 2010

Basterà un avviso di garanzia per associazione mafiosa o concorso esterno per essere sospeso ed espulso da Confindustria Palermo, Lega delle Cooperative e Ance, l'associazione degli edili. Le tre organizzazioni datoriali hanno aderito al decalogo antiracket proposto dall'associazione LiberoFuturo e da Addiopizzo, presentato nei giorni scorsi a Palermo nella facoltà di Giurisprudenza.
Le nuove regole inaspriscono le sanzioni già previste dalla Confindustria nel proprio statuto per gli associati che non denunciano di avere subito richieste dal racket del pizzo. Una svolta voluta dal leader degli industriali Ivan Lo Bello e fatta propria da Emma Mercegaglia, che adesso il neo presidente della Confindustria di Palermo, Alessandro Albanese, rilancia con regole ancora più ferree.
Il decalogo è stato sottoscritto ieri, domenica 29 agosto, in occasione del 19° anniversario dell'assassinio dell'imprenditore Libero Grassi, ucciso nel 1991 per essersi ribellato al pizzo.
Per prevenire il fenomeno mafioso, tutelare e difendere i propri iscritti, Confindustria, Ange e Legacoop hanno deciso di integrare i rispettivi statuti con dieci nuove regole. Il decalogo prevede l'attivazione di un servizio di assistenza per le denunce e uno post-denuncia per aiutare gli imprenditori, vittime del racket delle estorsioni, che decidono di collaborare con le forze dell'ordine. Inoltre impegna le associazioni a costituirsi parte civile nei processi, dove sono presenti propri iscritti, contro gli estorsori e in quelli contro imprenditori imputati dei reati di associazione mafiosa o concorso esterno in associazione mafiosa. Il decalogo prevede poi di rendere pubblico l'elenco aggiornato degli associati e sostenere il movimento del Consumo critico di Addiopizzo, invitando le imprese ad aderire.

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30 agosto 2010
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