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Da ieri è disponibile nelle farmacie italiane il vaccino per contrastare il virus responsabile del tumore al collo dell'utero

29 marzo 2007

Il vaccino contro il cancro del collo dell'utero è arrivato anche in Italia. E da ieri lo troveranno in farmacia tutte le donne dai 9 ai 26 anni. Le dodicenni, per disposizione del Ministero della Salute, potranno averlo gratuitamente.
Il vaccino Gardasil, prodotto dalla Sanofi Pasteur Msd e dalla Merck è in grado di impedire l'infezione del Papillomavirus, che è responsabile del 70 per cento dei casi di tumore del collo dell'utero oltre a diverse lesioni dell'apparato genitale esterno femminile.
''Questa certezza scientifica - ha detto oggi l'oncologo Umberto Veronesi - spalanca le porte alla prevenzione e offre speranze concrete di sconfiggere un tipo di tumore che fino a poco tempo fa era considerato un big killer''.

Poiché il papillomavirus si trasmette per via sessuale, la strategia migliore consiste nel somministrare il vaccino alle ragazze che non hanno ancora avuto rapporti. Così si spiega la scelta delle dodicenni come fascia di età esentata dal prezzo del Gardasil, che è di 188,15 euro a confezione. La vaccinazione, che avviene tramite un'iniezione intramuscolare, deve essere ripetuta tre volte nell'arco di un anno, con il costo totale che diventa così di 564,45 euro.
''A dodici anni - spiega Giorgio Bartolozzi della commissione nazionale vaccini - in genere non si sono ancora avuti rapporti sessuali e in più le ragazze sono chiamate a fare i richiami delle altre vaccinazioni''.
Non tutte le Regioni si sono ancora adeguate alla misura che prevede la gratuità per le dodicenni, ma saranno comunque costrette a farlo entro la fine dell'anno.

Nel corso della vita, si stima che il 70 per cento delle donne entri in contatto con il papillomavirus. Il vaccino Gardasil è acquistabile negli Stati Uniti da giugno del 2006, è stato approvato dall'Unione europea il 20 settembre 2006. Finora la prevenzione era affidata al Pap-test, che permetteva di verificare la presenza di lesioni provocate dal virus. Le donne tra 45 e 54 anni in Italia eseguono regolarmente l'esame in otto casi su dieci. Ma nelle ragazze tra 25 e 29 anni questo tasso scende al 44 per cento. ''L'arrivo del vaccino - ha ribadito Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale - non deve indurci ad abbassare la guardia. il Pap-test rimane uno strumento insostituibile per la prevenzione del tumore''.
In Texas intanto una legge potrebbe presto rendere obbligatoria la vaccinazione per le ragazze dagli 11 anni in poi. Ma le polemiche non mancano, visto che a sostenere la spesa dovrebbero essere le famiglie delle ragazze. [Elena Dusi per la Repubblica]

Il commento del MOIGE (Movimento italiano genitori) - ''Ci fa piacere che l'Italia sia in testa nella prevenzione vaccinale di un tumore che, come dicono le statistiche, è la seconda causa di morte per cancro tra le giovani donne'', ha commentato Maria Rita Munizzi, presidente del Moige. ''È un passo importante che deve però essere sostenuto dall'informazione, come il nostro sito www.prevenzionetumoridonna.info e il numero verde 800.931515 a cui rispondono specialisti''.

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29 marzo 2007
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