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Da uno studio dell'Università di Palermo: un adolescente italiano su cinque soffre di ''tecnodipendenza''

03 agosto 2007

Secondo uno studio dei ricercatori dell'Università di Palermo, pubblicato sul periodico dell'Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr), un adolescente italiano su cinque soffre di comportamenti disfunzionali rispetto all'uso di cellulari, di Internet e delle nuove tecnologie.
I dati, ottenuti dal Prof. Daniele La Barbera, psicologo e psichiatra, monitorando un campione di oltre 2.200 studenti delle scuole superiori, sono stati pubblicati sulla rivista ''Focus.it''. Questi numeri dimostrano con chiarezza una forma di disagio che, in assenza di contromisure, rischia di innescare forme di dipendenza assimilabili al gioco d'azzardo. Il 22% dei giovani oggetto dell'indagine ha infatti manifestato un atteggiamento eccessivamente ''immersivo'', trascorrendo troppe ore al computer o mostrando forme di attaccamento quasi maniacali nei riguardi dei ''gadget'' tecnologici.

In un'intervista esclusiva su Focus, lo psichiatra Vittorino Andreoli approfondisce l'impatto di cellulari e Internet sui giovanissimi quando vengono affidati senza alcun processo educativo. Secondo Andreoli, ''il cellulare, lo schermo aperto sul mondo virtuale sono protesi che non servono a muovere i muscoli, ma la mente: si può parlare di protesi di sostituzione di regole di comportamento la cui introduzione avrebbe imposto una precisa rieducazione degli adolescenti''. Non solo: la fruizione eccessiva di Internet ''è contraria alla socialità intesa come relazione (in Rete non si va in due, si sta bene da soli) e conduce a una forma di 'autismo digitale' dove alle persone si sostituisce la loro immagine virtuale''. Non a caso continua a crescere la popolarita' di Second Life, l'universo virtuale che ha conquistato oltre sette milioni di adepti nel mondo.

Non troppo a sorpresa è stato anche rilevato che, nella percezione collettiva, la televisione resta il media più educativo, almeno secondo il 51% del campione, contro il 37% che attribuisce la qualifica ai videogames e il 34% ai film. Con uno sguardo più dettagliato sulla popolazione di videogamers italiani si scopre che il 43% ha dichiarato di trascorre in media 5 ore alla settimana giocando, con comportamenti simili a quelli dei videogiocatori degli altri Paesi europei, mentre solo il 9% dichiara di trascorrere giocando più di 11 ore alla settimana. Il 68% dei videogiocatori italiani intervistati acquista in media in un anno da uno a sei giochi.

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03 agosto 2007
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