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Dark Shadows

Il nuovo mostro di Tim Burton è Johnny Depp il vampiro!

11 maggio 2012

Noi vi segnaliamo...
DARK SHADOWS
di Tim Burton

Inghilterra, 1750. Joshua e Naomi Collins, insieme al giovane figlio Barnabas, salpano da Liverpool per iniziare una nuova vita in America. Venti anni dopo, Barnabas è il padrone della città di Collinsport, nel Maine. Ricco, potente e incallito playboy, Barnabas commette però un errore: spezzare il cuore di Angelique Bouchard, una strega nel vero senso della parola, che lo condannerà a un destino peggiore della morte. Lo trasforma infatti in un vampiro e poi lo seppellisce vivo. Due secoli dopo, nel 1972, Barnabas viene inavvertitamente liberato dalla sua tomba e scopre che il mondo è decisamente cambiato. Inoltre, tornato a Collinwood Manor, la sua grande proprietà di un tempo, scopre che è caduta in rovina e che i suoi discendenti, ognuno con i propri oscuri segreti, fanno parte di una famiglia disfunzionale...

Anno 2012
Nazione USA
Produzione Richard D.Zanuck, Graham King, Johnny Depp, Christi Dembrowski, David Kennedy per Infinitum Nihil, GK Films, Zanuck Company, in associazzione con Village Roadshow Pictures
Distribuzione Warner Bros. Pictures Italia
Durata 140'
Tratto dall’omonima serie TV americana (1966-1971) ideata da Dan Curtis per la ABC
Sceneggiatura Seth Grahame-Smith
Regia Tim Burton
Con Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter, Eva Green, Jackie Earle Haley, Jonny Lee Miller, Alice Cooper, Justin Tracy
Genere Commedia, Fantasy, Horror


In collaborazione con Filmtrailer.com

Il nuovo mostro di Tim Burton
"È Johnny Depp, il vampiro"
di
Mario Serenellini (Repubblica.it, 27 aprile 2012)

PARIGI - Il cinema ci ha più volte messo in guardia: mai prendersi gioco d'una strega innamorata. Adesso lo sa anche Johnny Depp, dongiovanni sfarfallante tra le gonnelle del Settecento, cui però fa muro l'amor proprio della fascinosa fattucchiera Eva Green che si vendica trasformandolo in vampiro, prima di sotterrarlo vivo. Due secoli dopo, nel 1972, verrà accidentalmente esumato e potrà tornare in famiglia, nel vecchio maniero, ormai in rovina, dove gli attuali eredi della già prospera dinastia boccheggiano in una difficile sopravvivenza. Il castello diventa così teatro di aiuti d'aldilà e ring della finale resa dei conti, con acrobatici exploit sex-soprannaturali, tra i due amanti mancati di due secoli prima.

Passerella ulteriore d'adorabili mostri, il nuovo film di Tim Burton, "Dark Shadows", pare il completamento naturale della magnifica mostra, fitta di "creature" disegnate e filmate, fino al 5 agosto alla Cinémathèque Française de Paris, che in nemmeno un mese ha calamitato il numero record di 150mila visitatori.
È anche il primo di tre film "by" Burton del 2012: in novembre Frankenweenie, remake in stop motion del secondo corto giovanile, e, imminente, Abraham Lincoln: Vampire Hunter da lui prodotto e diretto dallo sceneggiatore di Dark Shadows, Seth Grahame-Smith.
Ma, soprattutto, è un regalo personale al regista del suo attore-feticcio Johnny Depp, qui all'ottavo sodalizio, che tre anni fa gli ha acquistato a sorpresa i diritti d'adattamento dell'eponima soap opera Usa: "Il tempo, per entrambi, di sistemare due o tre cosette ancora per aria", spiega Burton, scarmigliato e gesticolante, "tipo un anno e mezzo per la postproduzione della mia Alice e, per Johnny, le riprese di Pirati dei Caraibi 4 e di Rhum Express, ed ecco fatto il nostro nuovo film: con due attrici del cuore, Michelle Pfeiffer e mia moglie, Helena Bonham Carter, accanto alla new entry Eva Green".

Per Depp, la Pfeiffer e lei, il film è stato un flashback d'infanzia, vero?
"Quando ci siamo trovati sul set, abbiamo scoperto che tutti e tre da bambini eravamo fan incondizionati di quella serie tv, un mito della nostra generazione. Tra il 1966 e il 1971, i ragazzini si precipitavano da scuola a casa, per piazzarsi alle 16 davanti alla tv e bersi d'un fiato la nuova puntata. A migliaia di chilometri gli uni dagli altri, io in California, Johnny in Florida e Michelle chissà dove, tutti e tre eravamo nello stesso momento con gli occhi fissi davanti a uno dei 1245 episodi della soap di Dan Curtis".

Perché l'ambientazione nel 1972?
"È un anno cardine, una data sospesa: la stagione di trapasso dalla ventata hippy alla nuova generazione "disco", dalle predicazioni 'peace and love' della controcultura all'emergente egocentrismo post-Vietnam. All'orizzonte affiora l'io, una civiltà più materialista. Sia per me che per Johnny il 1972 è un anno fondamentale: eravamo nell'età delicata del passaggio dall'infanzia all'adolescenza e ne abbiamo assorbito tutte le contraddizioni e le inquietudini".

Di nuovo insieme, dopo il primo incontro oltre vent'anni fa: a Depp rimase impressa la sua faccia che reclamava una buona notte di sonno.
"Continuo a averne bisogno, oltre vent'anni dopo... Ci eravamo dati appuntamento in un coffee shop di West Hollywood e mi ricordo d'essermi imbottito di caffè, contro le mie abitudini. Quando me lo son trovato davanti la prima volta, ho subito capito che Johnny sarebbe stato il mio interprete ideale, in Edward manidiforbice e nei film a venire. Perché, come Edward, creatura d'intatto candore che tutti prendono per un mostro, Johnny galleggia in una doppia dimensione: estremamente sensibile, viene scambiato per quello che non è, una sorta d'idolo dei giovani".

Com'è stato il bis con la Pfeiffer?
"Era l'attrice più giusta per incarnare la matriarca della famiglia dove fa capolino duecento anni dopo l'antenato vampiro. In più ha fatto da guida, appassionata, a tutti quelli che non conoscevano la serie tv d'origine. Non ci eravamo più visti dal tempo di Batman: ma la sua Catwoman rimane una delle interpretazioni più impressionanti nella mia intera cinematografia. Si ricorda come si destreggiava con la frusta e come saltava da un tetto all'altro sui tacchi a spillo?"

Il suo cinema è un catalogo di mostri: quasi mai quelli che ci si aspetta. Anche in Dark Shadows?
"Anche qui, come in molti miei film, il "mostro" è la famiglia, nido chiuso, ricattatorio, falsamente protettivo. La voce del sangue, in senso domestico, è la prima legge di Dark Shadows, come segnala la sentenza d'apertura: 'Blood is thicker than water', il sangue è più pesante dell'acqua. Ne esce il ritratto di una famiglia sbagliata, come lo sono tutte. Non esiste la famiglia ideale. Fin da piccolo ho imparato a difendermi. Mi hanno salvato i mostri, quelli della finzione: anche la rockstar Alice Cooper, di cui adoravo i travestimenti dark e le composizioni sregolate. In questo film sono finalmente riuscito a dargli una parte: travolgente".

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11 maggio 2012
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